ECO-DAY
Anche quest'anno Legambiente ha organizzato una giornata dedicata alla pulizia della città. Alla lodevole iniziativa non si è sottratto neanche il mio paesello che, affamato di eventi e memore della passata edizione, ha dedicato tutto l'anno a prepararsi per il grande evento.
La cittadinanza, infatti, ha accumulato rifiuti di ogni genere lungo i marciapiedi, nelle aree verdi, nelle campagne, senza farsi mancare nulla, tutto per non sfigurare di fronte agli ecologisti organizzatori della festa.
Il responsabile di Legambiente ha contribuito con un volantinaggio porta a porta, che è finito puntualmente per strada a causa di un temporale il quale, pur non essendo minimamente paragonabile a VAIA, ha comunque allarmato la Protezione Civile. Quest’ultima è stata costretta a operare in condizioni diverse dal solito [sagre paesane, eventi sportivi, manifestazioni culturali]. Fortunatamente, non è successo nulla.
La mattina seguente, il paesello era tappezzato di volantini di Legambiente, gialli come non mai, con il loro bel motto: “MANTIENI PULITA LA TUA CITTÀ”.
Ed ecco il D-DAY. Appuntamento in piazza alle 08:30. Centinaia di bambini coi loro genitori, per lo più i papà, che, dietro a un sorriso divertito e approvante, mascheravano il desiderio di rimanere a casa a dormire fino a tardi. Invece, eccoli lì.
Non facciamo pulizie nemmeno a casa, non raccogliamo nemmeno le bucce della frutta che mangiamo, e ora, tutti insieme, dobbiamo ripulire le bucce e non solo le nostre, ma anche quelle degli altri.
Come detto, l’appuntamento è in piazza. Saluto delle Autorità, che, con una faccia di bronzo degna di un leader politico a scelta, declamavano la bontà dell’iniziativa, affermando la necessità di vivere in un mondo più pulito e rispettoso dell’ambiente. Peccato che il partito che governa il paese sia noto per la lotta alle politiche green, ma oggi è lì, il sindaco, vestito come un novello Greta Thunberg.
Il Primo Cittadino ha dato sfoggio di tutta la retorica possibile, rispolverando tutti gli aforismi e i luoghi comuni del caso. Molti colpi di tosse si sono levati quando il sindaco ha evidenziato la necessità di tenere pulito il paese e il grande sforzo dell’amministrazione per farlo. Effettivamente, le strade della zona dove vive lui sono impeccabili, nulla da dire.
Dopotutto, paghiamo le tasse, e anche se si tratta di una volta all’anno, il dover pulire io, francamente, un po’ mi scoccia.
Ma non potevo certo rovinare la festa gridando che l’imperatore era nudo, quindi ho applaudito e sono andato al banchetto per la colazione offerta dai bar del paese [abbiamo 12 bar per 9985 abitanti, dato ufficiale letto di recente sul nostro schermo multimediale].
Sì, nessuna attività comincia a stomaco vuoto. Così, tutti giravano per la piazza con succhi di frutta, pasticcini confezionati e bicchierini per caffè o tè, mentre i papà sfoggiavano spritz, mojito, Hugo, “moretti” [bicchieri di vino rosso], grappe e così via, insomma, la tipica colazione veneta.
Tutti questi “imballaggi” e bicchierini finivano inevitabilmente a terra, aggiungendo lavoro al già notevole carico di lavoro, come benzina sul fuoco.
Improvvisamente, un effetto Larsen squarcia i timpani, seguito da un “SA SA 1 2 3 PROVA PROVA... MI SENTITE?... [BESTEMMIE VARIE]... ORA SÌ, [bestemmione].” Poi il responsabile di Legambiente, con quattro collaboratori, ci ha invitati a ritirare sacchetti, scope, pinze e tutto il necessario per la raccolta.
Prese le mie attrezzature, ho iniziato a raccogliere rifiuti, seguito da mia figlia che mi incitava, mi indicava e mi dirigeva come un robottino.
Ma il fancazzismo più sfrenato si stava consumando nei tre gazebo ristoro: VIP [Very Important Person], pieno di ogni ben di Dio; NIP [Not Important Person], con meno forniture e di marche di seconda scelta; e infine quello per noi disgraziati SOB [Son of a Bitch], con succhi presi all'Iper-Hard-Discount, già oltre la scadenza “consumarsi preferibilmente entro.”
Le autorità comunali e i responsabili di Legambiente [VIPs] e collaboratori [NIPs] ridevano, bevevano e mangiavano, ma soprattutto sporcavano.
Non si curavano di gettare le cartacce negli appositi cestini, che erano “nuovi di zecca” e col logo dell’azienda di raccolta rifiuti in bella vista, quindi evidentemente lì solo per parata pubblicitaria.
Nel gazebo dei SOBs, intanto, era iniziata una gara a chi faceva centro con i bicchieri vuoti, una specie di tiro al canestro. E, dato che nessuno di noi è Michael Jordan, abbiamo solo peggiorato la situazione.
La mattinata di domenica volgeva al termine; camminare per le strade raccogliendo rifiuti aveva messo fame a tutti, e qualcuno, approfittando della confusione, se l’era svignata con tutta l’attrezzatura.
Noi SOBs dovevamo provvedere con mezzi propri al ristoro, mentre i nostri VIPs offrivano il pranzo “a nome di tutti noi” ai cinque ecologisti, presso un noto ristorantino famoso per il suo risotto “al tastasal” e i prezzi da stellato.
Lunedì mattina, alle 6:00, eccomi di nuovo alla fermata del bus. Il paese dorme ancora, solo qualche luce spezza il profilo scuro dei palazzi, e le luci arancioni della strada illuminano pallidamente le auto in sosta.
Una leggera brezza accarezza le chiome degli alberi e spinge, come farebbe un papà con il triciclo del figlio, i volantini gialli di Legambiente che svolazzano felici lungo la strada, quasi a ringraziarci per l’impegno del giorno prima e a darci appuntamento per l’anno prossimo.

Tra ironia e verità... Sei geniale!
RispondiEliminaGrazie 🙏 🌹
EliminaMi sto immaginando il mio sindaco con le trecce come Greta Thunberg 😂😂😂
RispondiElimina😁😎
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