CON UN POCO DI ZUCCHERO LA PILLOLA VA GIÙ
In Italia, il "saluto romano" – che preferisco chiamare per quello che è storicamente, il "saluto fascista" – è un gesto che può essere considerato reato ai sensi dell'art. 5 della legge n. 645 del 1952, che punisce "la partecipazione a riunioni, manifestazioni o cortei diretti a propagandare o a sostenere le idee e le dottrine del disciolto partito fascista."
Tuttavia, la giurisprudenza italiana ha riconosciuto che il saluto fascista non è sempre reato, ma solo quando è compiuto con intenti apologetici o provocatori. In particolare, la Corte di Cassazione ha stabilito che il saluto fascista è penalmente rilevante solo se idoneo a suscitare adesioni e consensi al fascismo, o se è compiuto in modo tale da manifestare un'adesione a tale ideologia.
In base a questa giurisprudenza, sono state emesse numerose sentenze favorevoli al saluto fascista, in particolare nei casi in cui il gesto è stato fatto con intenti commemorativi o in contesti artistici o culturali.
Tra le sentenze più significative in tal senso si possono ricordare:
La sentenza della Corte di Cassazione n. 37577/2014, in cui la Corte ha assolto due persone che avevano eseguito il saluto fascista durante una manifestazione in memoria dei caduti della Repubblica Sociale Italiana.
La sentenza della Corte di Cassazione n. 21409/2019, in cui la Corte ha annullato la condanna di un uomo che aveva eseguito il saluto fascista in risposta a un discorso provocatorio di un consigliere comunale.
La sentenza del Tribunale di Imperia n. 53/2019, in cui il Tribunale ha assolto due persone che avevano fatto il saluto fascista durante una cerimonia in memoria dei caduti della Repubblica Sociale Italiana.
In tutti questi casi, la Corte ha ritenuto che il saluto fascista non fosse stato fatto con intenti apologetici o provocatori, ma piuttosto con intenti commemorativi o artistici. Tuttavia, è importante notare che la giurisprudenza in materia è ancora in evoluzione e che le sentenze favorevoli al saluto fascista non sono sempre condivise da tutti gli osservatori.
Personalmente, penso che il saluto fascista, anche se fatto durante una manifestazione commemorativa, debba essere visto come la riaffermazione della presenza in Italia dell'ideologia fascista. Questo perché il saluto fascista è un gesto dal forte significato simbolico, inequivocabilmente associato al fascismo. Il fatto che sia stato fatto da un gruppo, per quanto piccolo, riunitosi per ricordare i tre militanti di destra uccisi nel 1978, rende doveroso, secondo me, che la commemorazione si concentri sul loro ricordo come giovani vite tragicamente spezzate. Ma è anche necessario, in ossequio ai principi costituzionali, ribadire che la loro morte è stata la conseguenza di un convinto attivismo per un’ideologia sbagliata, criminale, illiberale. La commemorazione dovrebbe quindi essere civile e umana, e rappresentare un’occasione per prendere le distanze da quell’ideologia. Invece, quel saluto viene "volontariamente" ostentato come un segno di vicinanza e "omaggio" a quelle idee e a quei valori da parte della destra extraparlamentare, giustificato e minimizzato, o limitato a una dichiarazione di "non partecipazione", dalla destra parlamentare.
Inoltre, a mio avviso, il saluto fascista può essere visto come un "richiamo" apologetico all'orgoglio e alla politica fascista. Ostentato, il saluto fascista esprime inequivocabilmente appartenenza e fierezza di essere fascisti, ed è un modo per affermare e riaffermare la propria identità politica, come un "invito a fare outing", a non temere di manifestarsi e a unirsi per un peso politico sempre maggiore. Il fatto che sia stato ripetuto in una manifestazione pubblica, anno dopo anno, con più o meno le stesse polemiche che sembrano lasciare il tempo che trovano, può essere interpretato come un tentativo reiterato di rilanciare l'ideologia fascista e di farla tornare una presenza significativa nella società italiana, “confidando” nell’oblio, nel revisionismo storico, nelle narrazioni di personalità come il Presidente del Senato La Russa o nelle difese innalzate dai media di destra. Un tentativo di giustificare, minimizzare, edulcorare, di "normalizzare" le azioni del fascismo. In questo contesto, il saluto fascista può essere visto come un modo per affermare che il fascismo non è stato così negativo come viene spesso descritto, e che le sue idee, azioni e politica meritano di essere ricordate, celebrate, ridiscusse e infine riammesse nel dialogo democratico.
Tuttavia, è importante sottolineare che non è possibile affermare con certezza che il saluto fascista alla commemorazione di Acca Larentia sia stato fatto con intenzioni apologetiche o provocatorie. È possibile che il saluto sia stato fatto semplicemente come un gesto commemorativo, senza alcuna intenzione di fare propaganda fascista – un gesto, per dirla con le parole della “posizione governativa” e dei suoi media, "folkloristico" e compiuto da pochi cretini.
La decisione se considerare il saluto fascista durante la commemorazione un reato spetta solo alla Magistratura, ma sta a ciascuno di noi riflettere su cosa sia stato il regime fascista per la libertà, la dignità e i diritti delle persone, per non essere "fregati" dalla copertura zuccherina di un’amara pillola.
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