L'EQUAZIONE DI GABER
Il Piano Mattei presentato con la grancassa dei media e della propaganda governativa e con la “benedizione” di Ursula von der Leyen, si AFFIANCA [nella narrazione di Meloni], alla più ampia politica dell’Unione Europea a sostegno e sviluppo dei Paesi africani, mettendo in campo 5,5mld di €. E già qui c’è una curiosità del tutto politica, più precisamente con un fine elettorale per le prossime Europee, e cioè l’assist reciproco fra von der LEYEN e Meloni. Ursula ha subito applaudito al Piano “orgogliosamente” solo italiano [che fra le altre cose, curiosamente, auspica l’aiuto anche dell’UE o di altri Paesi europei], considerandolo come “INTEGRAZIONE” a quello Europeo [quindi 150+5,5 mld?]. In ogni caso, per la narrazione data, il Piano Mattei è un “win-win” sia per Meloni che per la von der LEYEN, potendo vantare l’una l’avvio di un piano nazionale e l’altra di un ulteriore progetto europeo.
La questione però non è di poco conto, soprattutto se dalle lenti con cui la osserviamo, leviamo l’aberrazione della Campagna elettorale. Vediamo nel dettaglio quali aspetti caratterizzano la questione.
Per prima cosa l’aspetto politico:
Veniamo a conoscenza che l’Europa non agisce, per la politica globale, come un’unica Forza ma in ordine sparso. Ogni Paese si fa beatamente i propri interessi e la cosa ci sta pure, ma solo se parliamo di politica estera per fini nazionali, non se la pretesa è quella ampissima di risolvere i problemi di un intero Continente [ricordiamoci del fallimento degli accordi con la sola Tunisia e ora aspettiamo gli sviluppi di quelli con l’Albania].
Se poi il Piano Mattei è la “fotocopia”, ma in piccolo, della politica europea [https://www.consilium.europa.eu/it/policies/eu-africa], allora ci troviamo davanti a una inutile ridondanza alla quale gli altri Paesi europei difficilmente aderiranno, soprattutto per evitare di dover spiegare alla loro Opinione pubblica che oltre a dare i soldi per il progetto europeo ne danno altri per quello fotocopia italiano, e tutto solo per la gloria politica di Meloni.
Come secondo aspetto notiamo che sia nel progetto europeo sia in quello italiano, la "mission" principale è quella di ingenti investimenti “altruistici” col fine di elevare il livello economico e sociale in quei Paesi, col solo obiettivo di far "abbassare" la propensione marginale all'emigrazione.
Tutto questo in un'ottica differente, poetica e paradigmatica rispetto al passato, dove l'Africa era solo un Continente ricco di risorse naturali da sfruttare. Questo è indubbiamente da plauso incondizionato, finalmente l’Europa fa qualcosa a sue spese per l’Africa, alimentando con questa narrazione romantica e “disinteressata” i buoni sentimenti e l’ottimismo per un futuro migliore per tutti.
Ma un ottimista è spesso un pessimista male informato e sono troppo vecchio, ahimè, per non considerarmi scettico sulle dichiarate buone intenzioni di chicchessia.
Prima di tutto chiariamo cosa intendiamo con AFRICA e, soprattutto, come l’intende Meloni e l’Europa.
Nella narrazione meloniana e vonderlayeniana, l’Africa è raccontata come tutto il Continente, per poi fare riferimento a progetti “locali”. Ma se il fine è quello di fermare i flussi migratori questa “localizzazione” d’interventi non basta.
Potremmo sempre pensare male dicendo che quando il diavolo vuole la tua anima ti lusinga e così fa, o meglio farebbe, l’Italia e l’Europa, mirando invece a mettere le mani su quante più fette può della torta Africa.
Ma chi sono e cosa fanno gli altri competitori all’accaparramento delle fette della torta?
I soliti noti: Cina, USA, Russia, etc.
Giusto per renderci l’idea di cosa parliamo, ecco cosa combinano questi Paesi in Africa:
Cina https://africa24.it/2023/08/24/il-commercio-cina-africa-e-aumentato-del-74-nei-primi-7-mesi-continuando-ad-espandersi-questanno/#:~:text=La%20Nigeria%20e%20l'Angola,principale%20destinazione%20delle%20esportazioni%20africane
Russia https://africa24.it/2023/08/22/la-russia-spinge-larea-commerciale-nordafricana-mentre-le-sanzioni-allucraina-si-fanno-sentire/
USA https://africa24.it/2023/12/15/agoa-il-futuro-degli-scambi-commerciali-usa-africa/
Insomma, mentre l’Italia e l’Europa dicono di avere a cuore il futuro, la democrazia, il benessere dell’Africa, gli altri cercano di sfruttarne le risorse e, paradossalmente, capitalizzando l’aumentato benessere determinato dal nostro Progetto.
Perché dico questo? Ma semplicemente perché gli errori, inizialmente piccoli, spendibili come propaganda e narrazione buonista del “farlo per ridurre la migrazione” sommato al secondo errore “di considerare l’Africa come un tutt’uno”, hanno come risultato finale IL DISASTRO.
Come nell’equazione di GABER nei vari successivi passaggi l’errore aumenta a dismisura, rendendo difficile qualsiasi semplificazione, anzi, va via via sempre più complicandosi.
L’Africa, piuttosto, dev’essere vista come un insieme di Stati, ognuno con una distinta peculiarità storica, politica, sociale, economica, strategica, etc e nonostante vi sia una Unione Africana con membri praticamente tutti i Paesi africani, di fatto, come per gli Stati europei, ognuno persegue la propria politica economica, interfacciandosi con uno o più dei Paesi “predatori”. Paesi con una potenza di fuoco economica molto più grande e spregiudicata di quella Europea. Stati che hanno ultimamente anche di molto influenzato l’ingresso al BRICS di molti Paesi africani, offrendo e investendo molto di più di quanto non potrà fare l’Europa e, ancor meno, l’Italia.
Concludendo, credo che il Piano Mattei sia solamente “fumo negli occhi”, più chiacchiere e distintivo che non concretezza e investimento nel futuro, ma solo una grande e costosa messinscena per fini elettorali.
Staremo comunque a vedere.
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