BAR ITALIA

Grande festa questa mattina al Bar Italia.

Dopo un certo periodo di dissimulata preoccupazione fra gli avventori del Bar, le elezioni europee hanno portato una leggera brezza di ottimismo, grazie alla dilagante affermazione elettorale del Generale VANNACCI.

Ma due giorni fa c’è stata la definitiva affermazione del baretto pensiero: la sentenza favorevole al Generale nei confronti di Paola EGONU. 

Al Bar Italia, la sentenza è stata accolta con grandi giri di birra e alcolici vari al grido di “finalmente siamo liberi di dire ad alcuni concittadini che non sono uguali alla maggioranza normale perché ha tratti somatici differenti”.

E QUINDI?

La domanda non è di poco conto, perché la sentenza del GIP di LUCCA, ancorché non riconoscere il reato di diffamazione [art. 595 c.p. “Chiunque, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione” e non c’è reputazione legata al fatto di avere o non avere determinati tratti somatici, ndr], sancisce la banalità della frase accusata e questo, a mio avviso, è la parte più pericolosa della sentenza.

Diciamo subito che la sentenza è corretta dal punto di vista prettamente giuridico e risponde alla mera disputa fra i due contendenti ma non lo è dal punto di vista della dignità e appartenenza dei cittadini di uno Stato, la quale è definita a prescindere dalle differenze.
L’avere tratti somatici differenti non comporta alcuna differenza nell’essere Cittadini di uno Stato, al pari di non professare una Fede differente, l’avere un orientamento sessuale diversa o qualsiasi altra “anormalità statistica vannacciana”.

Ma al Bar Italia questa considerazione non viene colta, non viene considerata e, anzi, più si moltiplicano i giri di birra [articoli di giornale, trasmissioni TV e Radio, social e l’immancabile strumentalizzazione della Politica] e più la sentenza assume l’amaro sapore di “Libertà di distinzione”.

Le sentenze hanno una conseguenza nella vita delle Persone e non si possono “limitare” al considerare solamente l’aspetto giuridico.

Parafrasando Seneca, le sentenze non devono tenere conto dell’Uomo giuridico ma dell’Uomo Sociale. Le sentenze dovrebbero “educare”, indirizzare, mitigare aspetti di contrasto sociale, anche potenziali, tenendo conto delle dinamiche antropologiche e delle conseguenze che queste comportano.

La Magistratura, nella sua libera e autonoma interpretazione delle Leggi, ponendosi terza alla Politica e alla Società può tenere conto di tutti questi aspetti.

VANNACCI ha detto una banalità ma quella banalità sottendeva a marcare una differenza ritenuta da lui come “incolmabile”, come discriminante per considerarsi pienamente cittadino italiano, e fornendo all'avventore del Bar Italia la risposta alla domanda iniziale "E QUINDI?... “E QUINDI È ITALIANA MA…”.

E questo pensiero al Bar Italia, dopo la sentenza, sta diventando sempre più “giustificato” e libero di essere espresso, giro di birra dopo giro di birra.

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