TEOREMA


Da qualche tempo a questa parte stiamo vivendo un Mondo Democratico al Contrario.

Un Mondo dove i Valori fondanti la nostra Repubblica sono diventati oggetto di scherno e di deleggittimazione.

Tutto ciò che davamo per scontato si sta mettendo in discussione, sta diventando divisivo, motivo di scontro. 

Stanno venendo meno certi rflessi democratici pavloviani, risposte automatiche a domande a "bruciapelo". 

In una celebre gag del film "Chiedimi se sono felice", Aldo espone a Giacomo i principi base, ineluttabili del Teorema dell'Amore, ai quali Giacomo non riesce a rispondere con quell'automatismo che una radicata abitudine e conoscenza comporta [vi lascio la gag].

Automatismi come per le tabelline dove tutti rispondiamo con sicurezza e all'istante. e senza pensarci [escluso 7x8, ovviamente]. 

Lo stesso è o, ahinoi, dovrebbe essere con i valori e i principi della Democrazia, il nostro Teorema ferradiniano della Democrazia e Libertà, le nostre tabelline. 

Alla domanda a bruciapelo "Lei è Antifascista?" si deve, a ri-ahinoi, dovrebbe rispondere prontamente con un forte e orgoglioso "SÌ", enfatizzandolo come quando si canta l'inno nazionale. 

Dirsi Antifascista, riconoscersi nei valori e nei princìpi costituzionali e/o in quelli universali e positivi [solo quelli] del Cristianesimo [fratellanza, accoglienza, carità, etc] dev'essere così radicato, intimo e invece sta facendo la fine dell'insicurezza e ignoranza di Giacomo nel citato film.

Chiedere a un Politico di dichiararsi Antifascista è ritenuta alla stregua di un'inopportuna e maleducata ingerenza nella sfera personale, un'ossessione [non solo di qualcuno ma di un'intera opposizione o peggio, di chi non è di quel partito]. Addirittura si è arrivati a definirla una vera e propria provocazione.

E in risposta alle provocazioni, in questo Mondo Democratico al Contrario, qualsiasi reazione, anche violenta, è consentita e giustificata. Almeno per ora, la violenza, è biasimata al pari della provocazione, ma temo che si arriverà a non biasimarla nemmeno più.

Già troppe volte si sente dire "Se l'è cercata" oppure "Se non lo avesse fatto non gli sarebbe successo nulla", etc., e nessuna condanna alla "reazione alla provocazione". 

Esempi di provocazioni recenti sono stati l'urlare "W l'Italia antifascista" a Teatro, portare una bandiera italiana in Aula, manifestare il proprio dissenso in una piazza, leggere un testo in TV, fare uno sciopero in difesa della propria dignità di giornalisti, etc.

E la reazione violenta è stata un'intimidazione con l'invio della DIGOS, un'aggressione di branco, manganellate, azioni disciplinari, etc. 

Non per tutti però. Solo se chi manifesta sono studenti delle superiori, o non appartenenti a lobbies o se non si marcia militarmente ordinati e inneggianti a motti nostalgici, per dirne qualcuno.

Tutto questo sta accadendo, paradossalmente, grazie ai Valori e princìpi democratici. 

Sentenze che definiscono gesti o parole fasciste come semplicemente e innocuamente "commemorative", atteggiamenti che vengono giustificati, sminuiti o attribuiti a piccole frange "folkloristiche" [per poi ritrovarsi in oltre 500 mila elettori, in toto o in parte in certi pensieri, come trattati in questa Bustina].

Il pericolo intrinseco nella Democrazia è quello di essere "incubatore" di virus che si nutrono di Intolleranza, proprio perché una Società democratica fa fella Tolleranza un suo princìpio e valore fondante. 

Il filosofo Karl POPPER in "La società aperta e i suoi nemici" , lo intuì e definì nel suo Paradosso della Tolleranza anche l'Antivirus all'interno della Democrazia stessa: l'intolleranza all'Intolleranza.

La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.”


Questo significa che le parole, i gesti, le idee, i pensieri che pongano distanze o distinguo, rivendicano presunti diritti all'odio, negano o diminuiscono diritti, esercitano pressioni sulle scelte personali altrui giustificandole col proprio intimo credo religioso, devono poter trovare nella Società democratica sempre meno Cittadini "disposti a tollerarli", come auspicato da POPPER, arrivando a giustificare anche il negare loro il diritto di espressione. 

Pertanto continuiamo ad esercitare senza vergogna e interpretazioni le tabelline, il Teorema, la Democrazia in modo tale che alla domanda a bruciapelo: "LEI È ANTIFASCISTA", si risponda sempre e fieramente con un forte "SÌÌÌÌ". 

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