UOMO MORDE CANE
"Chi fa la spia non è figlio di Maria", recita una filastrocca per bambini e già questa basterebbe per darci l'idea di quale opinione abbiamo sugli spioni.
Fare la spia, cioè rivelare a una Autorità fatti, situazioni, gesti, parole, opere o ommissioni di qualcuno o di un gruppo di persone, è da sempre considerato biasimevole, un peccato mortale.
L'Autorità può essere istituzionale, il Potere costituito [civile o religioso] o anche etica [deontologia] o semplicemente morale [marito/moglie, amicizia, soci, etc].
Lo spione vive una condizione di dualità come alcune particelle, le quali possono essere a volte corpuscolari a volte onde e nel loro caso dei Fedeli servitori dell'Autorità o dei miseri traditori.
La differenza è del tutto soggettiva, utilitaristica, relativistica; Insomma, se della spia ne sei vittima o beneficiario.
Anche il fine della spia e della spiata ha la sua importanza nel giudizio etico-morale.
Siamo generalmente d'accordo sul considerare una spiata finalizzata al mettere zizzania, esporre al pubblico ludibrio, per cattiveria come un atto vile e traditore mentre plaudiamo se la spiata palesa situazioni di malaffare, criminali, pericolose.
Infine, un'altra differenza nel giudicare lo spione, riguarda il soggetto colpito. E più questi è un soggetto "potente" e più la spiata viene accettata e benvista.
Lo sputtanamento del Potere, il permettere di gridare "Il Re è nudo", ha da sempre rappresentato la più "soddisfacente" ed efficace forma di controllo e di azione esercitato dal Popolo.
Il Potere colpito dalla spia reagisce fondamentalmente in due modi differenti:
Positivamente, cogliendo dalla presa di coscienza l'occasione per agire in risoluzione e/o mitigazione del problema esposto dalla spiata.
Negativamente, chiudendosi in difesa denigrando, sminuendo, delegittimando lo spione e chi ne trae beneficio, diretto o indiretto.
La differenza d'azione la fa il grado di coinvolgimento e di complicità all'interno del Potere stesso, in particolare la consapevolezza della questione ante-spiata.
Più i componenti del Potere, dalla Base ai Vertici, sono fra loro complici anche solo nella conoscenza di situazioni e quindi approvanti, tolleranti e più saranno portati a una azione negativa e delegittimante della spiata.
È difficile, se non controproducente, se in un caso di "comunione intellettuale" fra Vertici e Base, il Vertice dovesse agire rinnegando, epurando e biasimando quegli stessi comportamenti che fino a quel momento tollerava o, peggio, esercitava.
Lo scoop giornalistico di Fanpage ha evidenziato e portato alla luce situazioni all'interno di Gioventù nazionale, organico di Fratelli d’Italia, il partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni [mica pizza e fichi] che, francamente, non ha sorpreso nessuno Sopratutto se i Vertici del partito di Governo non fanno mistero delle loro simpatie "nostalgiche", esibendo e vantando collezioni di busti del Duce, di utilizzare motti o gesti inequivocabili.
È stata accolta più che altro come una conferma di un pregiudizio.
Di certo non ci saremmo aspettati di scoprire che in Gioventù nazionale si cantasse Bella Ciao o ascoltando una compilation degli INTI ILLIMANI, si parlasse di lottare a favore dei diritti civili e umani, di condannare il fascismo inneggiando a De Gasperi o pensando di tappezzare la città con immagini del CHE.
Quello sì sarebbe stato un vero scoop, una vera notizia da manuale del Giornalismo: L'UOMO CHE MORDE IL CANE.
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