L'OLO-GRAMO

Le parole del Ministro, quantomeno inopportune dato il contesto in cui sono state pronunciate – e sì, perché non erano estemporanee: il Ministro non era presente all’inaugurazione della Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, ma ha inviato un video, quindi le aveva preparate, riviste e meditate – hanno giustamente suscitato polemiche da parte della maggioranza "vannacciana" [statistica], ovvero quella normale, dell’opinione pubblica civile.

Per capire il contesto e ricordare ai più distratti di cosa stiamo parlando: Giulia Cecchettin, esattamente un anno fa, è stata brutalmente assassinata dal suo ex fidanzato [italiano, veneto, dettaglio su cui torneremo], che nutriva nei suoi confronti un amore tossico, morboso, egoriferito, considerandola sua proprietà esclusiva, negandole qualsiasi autonomia sulla propria vita. Insomma, ci troviamo di fronte a un delitto in cui l’assassino ha in mano la pistola ancora fumante. Questa pistola si chiama "patriarcato".

Filippo Turetta, questo il nome dell’assassino, probabilmente non si rende nemmeno conto di agire spinto da questa sovrastruttura socio-culturale. Per lui, il patriarcato è una normalità “vannacciana”. Non ha alcun motivo per metterlo in dubbio o rifletterci. La realtà in cui vive è caratterizzata da una rigida distinzione di ruoli, regole e responsabilità. Lui, in quanto maschio, gode di privilegi non scritti ma non per questo meno vincolanti. Tra questi privilegi c'è quello di considerare suo ciò che è frutto del proprio lavoro o della sua conquista, e su questa "proprietà" si sente legittimamente signore e padrone.

Fin da piccolo, come tanti suoi coetanei, e ancor più frequentemente risalendo alle generazioni precedenti [padri, nonni, ecc.], ha sentito e interiorizzato discussioni e litigi familiari in cui il padre considerava SUO tutto ciò che era frutto del proprio lavoro, mentre la madre, casalinga o con un lavoro meno remunerativo, ne godeva il "generoso" usufrutto concessole dal marito.

In questa normalità “vannacciana”, le accuse della sorella di Giulia e di suo padre hanno scatenato, in una parte della società, una difesa accorata del patriarcato, semplicemente negandone l’esistenza. In mezzo a questo "rumore di fondo", come un ologramma di Palpatine davanti al Senato Galattico, è apparso il Ministro Valditara che, senza contraddittorio o possibilità di replica, ha pronunciato il suo discorso.

Valditara ha assolto il patriarcato sostenendo che, essendo stato abolito per legge nel 1975, le donne non dovrebbero più attribuire la colpa a qualcosa che, de iure, non esiste. Ma evidentemente non gli bastava: il videomessaggio doveva sembrargli troppo breve. Così, ha deciso di aggiungere un “azzardo gastronomico”: come mettere l’ananas sulla pizza, ha scelto di sovrapporre un tema esotico d’importazione alla violenza sulle donne, sottolineando che la percentuale di queste violenze sarebbe più imputabile all’immigrazione clandestina.

Insomma, stavolta la normalità "vannacciana" della violenza di genere diventa quella dei migranti. Il sottinteso è che Turetta rappresenti un’anomalia statistica, oltre a essere considerato il classico bravo ragazzo che ha avuto un inspiegabile, ma in qualche modo giustificabile, raptus. A differenza del discorso di Palpatine al Senato Galattico, quello di Valditara ha lasciato l’aula della Camera – che ospitava papà Gino, la sorella Elena, gli amici e tutti i presenti – senza parole, increduli e arrabbiati.

E così è iniziata l’inevitabile guerra delle percentuali tra destra e sinistra. Ciascuno ha iniziato a snocciolare dati, confrontare la popolazione autoctona con quella migrante, tirare somme e fare analisi. "Gli immigrati sono di meno, quindi la percentuale di violenze rispetto agli italiani risulta relativamente superiore": questo è il tenore di molti interventi su social, TV e giornali. Si preoccupano della febbre, senza considerare la malattia.

Paradossalmente, la "prognosi" suggerita dal Ministro Valditara – e non solo da lui – di eliminare alla fonte quella percentuale "esotica" di violenza, non risolve il problema, ma semplifica la statistica, portando il totale delle violenze commesse dagli autoctoni con tratti somatici italiani a un bel 100%.

Commenti

  1. Anche l'infame che ha ucciso Giulia Tramontano e il figlio che portava in grembo era italiano, o il signor (parola grossa) ministro lo ha dimenticato?

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