NOT IN MY NAME


Dev'essere una questione di "pelle", ma sembra proprio che tra la Destra di Governo e la magistratura non scorra buon sangue.

Da Berlusconi a Meloni, gli scontri con i giudici sono stati continui e costanti, anche se i motivi sono cambiati. Si è passati da ragioni "personali" a motivi ideologici: dall'essere di ostacolo alla propria "libertà personale" a rappresentare un impedimento per un progetto politico.

Mai come in questi ultimi due anni ci siamo occupati così tanto e così approfonditamente di Costituzione, di diritto internazionale, di diritti civili e umani e di filosofia del diritto.

I giuristi sono le nuove star della TV, prendendo il posto dei virologi durante la pandemia.

Non c’è programma televisivo, talk show o giornale che non abbia come ospite un giurista. Ma mentre un virologo, durante una pandemia di un virus sconosciuto, può risultare impreciso perché la Conoscenza è sempre in scrittura e riscritttura, nel caso della legge è tutto più semplice... perché è già tutto scritto.

L'ultima querelle ci viene offerta nientemeno che dall'uomo attualmente più ricco, potente e, forse, pericoloso del mondo: Elon Musk.

Sul suo social personale, X [precedentemente Twitter], scrive lapidario: "I giudici se ne devono andare", riferendosi ai giudici italiani che hanno chiesto alla Corte europea di esprimersi, in modo chiaro e definitivo, su chi può stabilire i criteri di sicurezza di uno Stato per i casi dei migranti trasferiti nei CPR in Albania.

Prontamente, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto sullo stesso social, affermando: "L'Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire che sa badare a se stessa, nel rispetto della sua Costituzione".

Musk ha replicato poco dopo con: "Questo è inaccettabile. Il popolo italiano vive in una democrazia o è un'autocrazia non eletta a prendere le decisioni?"

La politica non ha perso tempo, attivandosi subito e scatenando le proprie tifoserie. 

C'è chi applaude il Presidente e chi lo critica, soprattutto perché non ha reagito allo stesso modo quando altri influenti stranieri – come l'immancabile Soros, per citarne uno – hanno criticato il Governo.

Il Presidente della Repubblica ha commesso un errore intervenendo oggi in risposta all'attacco di Musk alla magistratura, oppure ha sbagliato a non intervenire quando veniva criticato il Governo?

Cerchiamo di dare una risposta.

Dei tre poteri di uno Stato democratico, solo il Governo ha una natura tale da poter essere criticato, anche da chi non è cittadino. Questo perché, tra i tre, è quello che rappresenta una parte degli elettori ed esercita il suo potere non "in nome del" ma "per" il Popolo italiano, in virtù della fiducia maggioritaria - e quindi "parziale" - conferita dai rappresentanti del Popolo. Gli altri due poteri, Parlamento e Magistratura, invece, rappresentano e agiscono in nome del Popolo italiano. La posizione del Governo, in quanto più orientata verso un mandato parziale e politicamente identificabile, lo rende soggetto alle critiche, anche da chi non è cittadino, in quanto rappresenta interessi che possono essere discussi a livello internazionale. 

Insomma, mentre "in nome del Popolo" enfatizza la legittimità e l'autorità conferita dal Popolo alla Magistratura, "per il Popolo" mette in luce il dovere e l'obbligo del Governo di lavorare per il bene della collettività.

Il Presidente della Repubblica, che incarna l'unità nazionale, è giustamente e doverosamente intervenuto in difesa della Magistratura, che agisce super partes e in modo imparziale, nel rispetto del Popolo italiano nella sua interezza.

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