CONDANNATO ALLA SOLITUDINE
UN CAFFÈ CON TERSITE
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In un non-luogo al di là del tempo e dello spazio, una Divinità solitaria contempla il nulla. Ogni istante della sua esistenza eterna è immerso in una solitudine profonda, dove il silenzio è il suo unico compagno e il vuoto l'unico panorama. La sua mente è un vortice di pensieri infiniti, e la solitudine diventa un fardello insostenibile. Un giorno, stanca della monotonia, decide di creare qualcosa di straordinario per spezzare questa quiete infinita: un universo. Con un atto di pura volontà, la Divinità fa nascere stelle e galassie, riempiendo il vuoto con una sinfonia di luce e materia. Gli astri brillano come gemme nel tessuto del cosmo, danzando in una coreografia celeste.
Tra tutte le sue creazioni, la Terra diventa il gioiello del suo universo, un piccolo pianeta blu e verde, ricco di vita e bellezza. La Divinità popola questo pianeta di piante rigogliose e animali meravigliosi, ognuno con il proprio ruolo nell'armonia della natura. Le foreste si estendono come tappeti di smeraldo, i mari scintillano sotto la luce del sole, e le creature vivono in un equilibrio perfetto. Ma il capolavoro della Divinità è ancora da realizzare: l'Uomo, un essere dotato di intelligenza, creatività e libero arbitrio, in grado di apprezzare e modificare il mondo intorno a lui.
L'Uomo inizia la sua avventura sul pianeta, esplorando e scoprendo, ma ben presto si allontana dall'armonia originale. La sete di potere e le divisioni portano a guerre e ingiustizie, devastando il Creato e ferendo profondamente la Terra. Le foreste vengono abbattute, i fiumi inquinati, e le creature cacciate senza pietà. La Divinità osserva con crescente tristezza e delusione mentre l'Uomo agisce contro ogni buonsenso, distruggendo ciò che gli era stato donato. L'Uomo costruisce città su rovine, lotta per il controllo e il dominio, e dimentica la connessione con la natura e il creatore.
All'improvviso, la Divinità si sveglia di soprassalto, rendendosi conto che tutto questo è stato solo un brutto sogno, un incubo che l'ha turbata profondamente. Tuttavia, il sogno lascia una traccia indelebile nella sua coscienza, un monito sulla fragilità della creazione e il potenziale pericolo dell'autodistruzione. Determinata a non ripetere gli stessi errori, la Divinità decide comunque di creare l'Universo e la Terra, di popolarla di piante e animali, ma questa volta senza l'Uomo.
La nuova creazione prospera in un'armonia perfetta, dove ogni essere vivente trova il proprio posto in un equilibrio naturale. Le foreste sono rigogliose, i mari puri, e gli animali vivono in pace. La Divinità, sebbene ancora solitaria, trova conforto nell'osservare la bellezza incontaminata del suo mondo, consapevole che questa volta ha fatto la scelta giusta. Il suo cuore è leggero, e la solitudine meno opprimente, mentre contempla la serenità della sua creazione, sapendo che il suo sogno di avere la compagnia di una creatura libera, a sua immagine e somiglianza, non diventerà mai realtà.
Gli occhi si soffermano sui dettagli, sulle forme che racchiudono anni di desideri e sforzi, ma dentro di sé sa che, nonostante la bellezza dell'opera, il suo sogno più profondo non si realizzerà mai. La speranza di avere accanto una creatura libera, dotata di pensiero e volontà propria, a sua immagine e somiglianza, svanisce come un'ombra al tramonto. È una consapevolezza dolorosa ma ormai accettata: per quanto perfetta sembri, quella creazione resterà per sempre silente, incapace di colmare il vuoto della solitudine che lo accompagna. Eppure, in quella contemplazione, trova un senso di pace, come se il semplice atto di creare fosse già di per sé un balsamo per l'anima
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