LA GUERRA DEGLI HERTZ
“LA GUERRA DEGLI HERTZ”
Riuscite a cogliere la differenza tra questi due suoni? |
Avete ragione, è davvero minima. Ma proviamo a
riascoltarli di nuovo e noteremo che uno è leggermente più acuto dell'altro.
Nello specifico, il secondo è un po' più acuto del primo. E se vi dicessi che
quei due suoni sono esattamente la stessa nota? Più precisamente, si tratta di
un **La**: il primo suono è un **La** accordato a 432 Hz, il secondo a 440 Hz.
Oggi, lo standard di riferimento utilizzato a livello mondiale è il **La**
accordato a 440 Hz. Tutta la musica che ascoltiamo è impostata su questa frequenza.
Ma, come abbiamo visto, non è l'unica opzione possibile e, soprattutto, non è
sempre stato così. Allora, come si è arrivati a stabilire questo valore? È vero
che esistono frequenze addirittura migliori di 440 Hz, frequenze in un certo
senso più conformi alla nostra biologia? E se sì, perché non abbiamo adottato
quelle come standard? Semplice convenzione o, come dicono certe voci, complotto
nazista? Quello che faremo insieme in questo post sarà cercare di scoprire
come siano andate realmente le cose, seguendo l'evoluzione del percorso che ha
portato allo standard del **La** a 440 Hz. Cominciamo dall'inizio.
In
passato, si accordava ad orecchio oppure si prendeva come riferimento l'organo
della chiesa, che però poteva essere accordato con un'intonazione diversa
rispetto all'organo del paese vicino. Quindi, c'era una fluttuazione di
intonazione che variava sensibilmente a seconda della città in cui ci si
trovava, dello strumento utilizzato e addirittura del genere musicale che si
andava a eseguire. Sappiamo, ad esempio, che Bach utilizzava organi Silbermann
con il **La** intonato a 415 Hz, Handel prediligeva l'intonazione a 423 Hz,
mentre Mozart suonava su pianoforti Stein con il **La** a 422 Hz [per essere
precisi, 421,6 Hz]. La lista potrebbe essere davvero lunga. Nel corso della
storia, le oscillazioni di intonazione del **La** di riferimento si sono mosse
in un range compreso all'incirca tra i 322 Hz [bassissimo] e i 563 Hz [acutissimo],
una differenza abissale se pensiamo che si tratta della stessa nota.
Anche Giuseppe Verdi, sul finire dell'800, aveva espresso tutta la sua perplessità a riguardo. In una lettera inviata alla commissione musicale del governo, scrisse: *"Perché dunque la nota che ha nome **La** a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un **Si bemolle** a Roma?"*. Ed era proprio così: uno stesso pezzo poteva suonare molto più alto o molto più basso proprio a causa della libera fluttuazione del **La** di riferimento.
Ci
sono voluti secoli per arrivare a fissare uno standard. A muovere il primo
passo in questa direzione è stata la Francia. Nel 1859, il governo francese,
insieme a una commissione di musicisti di cui facevano parte Rossini e Berlioz,
stabilisce la normalizzazione del diapason, cioè l'intonazione del **La** a 435
Hz, fissando così un suo standard nazionale. Qualche decennio dopo,
sull'esempio francese, anche l'Italia emette un decreto per la normalizzazione
del **La** a 432 Hz, su specifica richiesta di Giuseppe Verdi e altri musicisti
italiani. Bisogna sapere, però, che le scelte di Italia e Francia andavano un
po' controcorrente rispetto a quello che stava succedendo nel resto d'Europa.
La tendenza generale, infatti, era un progressivo innalzamento dell'intonazione,
nella costante ricerca di un suono sempre più brillante. Questa sorta di
"corsa all'acuto" era stata sostenuta da compositori del calibro di
Liszt, Wagner e, in generale, dalla scuola tedesca, che aveva adottato
un'intonazione che si aggirava attorno ai 440 Hz, ben più acuta rispetto a
quelle adottate da Italia e Francia.
Ora
facciamo un salto in avanti nel tempo e ci ritroviamo negli anni '30 del
Novecento. Qui scopriamo che Hitler è un grandissimo estimatore della musica di
Wagner. Pare che, proprio per questo motivo [se non vogliamo dar credito a
teorie complottiste], abbia ordinato di adottare il diapason wagneriano a 440
Hz come intonazione ufficiale tedesca. Il passo successivo? Imporre
l'intonazione ufficiale tedesca come standard mondiale. Nel 1938, il ministro per
la propaganda tedesca Joseph Goebbels dà un preciso ordine alla commissione
acustica della radio di Berlino e fa richiesta alla British Standard
Association di organizzare un congresso a Londra con lo scopo di adottare
internazionalmente l'intonazione a 440 Hz. Ora, alla vigilia di un conflitto
mondiale, con tutti i problemi e le tensioni che sicuramente c'erano nell'aria,
com'è possibile che un tema di natura musicale potesse ricevere tanta
attenzione, addirittura da organizzare un congresso internazionale? Tra gli
studiosi, c'è chi sostiene che la scelta dei 440 Hz, così caldeggiata dalla
Germania nazista, fosse il risultato delle ricerche condotte sugli effetti del
suono sull'essere umano. Nello specifico, un'intonazione più acuta e brillante
sembra avere la capacità di eccitare il sistema nervoso centrale e, in un certo
senso, influenzare l'umore e lo stato mentale degli ascoltatori, rendendoli più
reattivi, nervosi, aggressivi e carichi. Sarà una coincidenza, ma gran parte
delle bande militari russe e austriache tra l'800 e il '900 aveva scelto di
adottare proprio l'intonazione del **La** a 440 Hz.
Il
congresso internazionale richiesto dalla Germania si tiene dunque a Londra tra
maggio e giugno del 1939. Attenzione, però: non tutti sono invitati. Italia e
Francia, in quanto sostenitori di un'intonazione più bassa, non sono graditi e
quindi non prendono parte alla "festa". Di conseguenza, l'accordo
anglo-tedesco per la standardizzazione del **La** a 440 Hz viene preso
facilmente. Ma la storia ha voluto che lo scoppio della guerra abbia impedito
l'ufficializzazione della cosa, lasciando in sospeso tutte le trattative. Solo
dopo la guerra, nel 1953, viene convocato un secondo congresso, sempre a
Londra, e anche in questa seconda occasione Italia e Francia non vengono
interpellate. Lo standard viene definitivamente approvato e, da quel momento,
per convenzione, il **La** a 440 Hz diventa la frequenza di intonazione di
riferimento, e a quel valore devono uniformarsi tutti gli strumenti e tutte le
orchestre del mondo.
Non
sono mancate le polemiche, che hanno accusato una decisione presa in completa
mancanza di trasparenza e in modo totalmente arbitrario, cioè senza basi di
natura musicale o scientifica. C'è chi ha gridato al complotto nazista, chi
invece ha parlato di interessi commerciali. Fatto sta che, in reazione a questa
decisione, un numero sempre maggiore di musicisti ha iniziato a prendere
posizione per riportare lo standard mondiale a una frequenza più bassa, e più
precisamente a 432 Hz. Perché proprio 432? Perché sembrerebbe che il suono
prodotto da questa frequenza abbia qualcosa di più nobile, di più pieno e
maestoso rispetto agli "strilli" delle accordature più acute. Queste
parole sono di Giuseppe Verdi, che per primo aveva fortemente sostenuto l'adozione
dello standard a 432 Hz già alla fine dell'800. Le intuizioni di Verdi sono
state poi approfondite da un impressionante lavoro di ricerca condotto sulla
fisica del suono da Maria Renold, che per oltre 20 anni ha effettuato
esperimenti uditivi su più di 2000 persone. In cosa consistevano questi
esperimenti? Faceva ascoltare coppie di suoni riprodotti uno dopo l'altro: uno
accordato con il **La** a 440 Hz, l'altro a 432 Hz. Nel suo libro, gli
esperimenti si basano sulla nota **Do**, ma come potete ben vedere, la sostanza
non cambia. I risultati sono impressionanti: quasi tutte le persone [oltre il
90% dei casi]avevano preferito i 432 Hz, senza alcun dubbio. Non solo: erano
assolutamente convinte che ciascuno dei due suoni avesse una qualità
intrinseca, inconfondibile, che permetteva chiaramente di distinguere un suono
dall'altro. Naturalmente, non è stato facile esprimere a parole queste
sensazioni, ma ecco cosa riportano i resoconti degli esperimenti:
-
**Caratteristiche del suono accordato a 440 Hz**: irritante, sgradevole, come
graffiare la lavagna con le unghie; cerebrale, rende nervosi, come uno strato
sul petto che bisogna sfondare per respirare liberamente; trapassa l'essere
umano e va contro il suo ritmo.
-
**Caratteristiche del suono accordato a 432 Hz**: appartiene all'essere umano,
tranquillo, piacevole e pieno; dona un senso di benessere, come se risuonasse
nel cuore; si armonizza con l'essere umano.
I
risultati sono straordinariamente interessanti e inequivocabili. E per quanto
la differenza tra queste due frequenze sia davvero minima per il nostro
orecchio [perché 8 Hz è meno di un semitono], sembra che ascoltare musica con
il **La** a 432 Hz favorisca il benessere di chi ascolta. Cosa accade a livello
sottile? Di questo se ne sono occupate le neuroscienze, che hanno cominciato a
studiare in maniera massiccia l'influenza che le onde sonore esercitano sui
nostri parametri fisiologici. Studi e importanti ricerche hanno ampiamente
dimostrato come il suono e le frequenze a cui siamo esposti siano in grado di
modificare la nostra respirazione, la pressione sanguigna, la risposta
neuroendocrina, il battito cardiaco, i nostri processi cerebrali ed emotivi.
Nello specifico, c'è chi ha avanzato l'ipotesi che la frequenza 432 Hz sia più
armonica e più conforme alla nostra biologia rispetto ai 440 Hz, ed è per
questo che dà quella sensazione di armonia interna a chi l'ascolta. C'è anche
chi si è preoccupato di dimostrare tutto questo con formule matematiche e
algoritmi precisi, arrivando alla conclusione che 432 è il numero base della
complessità armonica dell'universo, cioè, detto in termini più semplici, è una
delle frequenze importanti a cui vibra tutto l'universo, e noi con esso.
Naturalmente,
non tutti sono d'accordo. Un'ampia schiera di oppositori ritiene infondate
tutte queste teorie, facendo leva sulla mancanza di prove scientifiche
sufficientemente valide. L'argomento è molto dibattuto e sicuramente complesso,
ma anche ricco di fascino. Solo l'idea che possa esistere un'accordatura più
naturale ha fatto nascere una corrente di pensiero che ha iniziato a
diffondersi sempre di più a livello internazionale, interessando istituzioni
musicali e artisti in tutto il mondo. E non pensiamo che riguardi solo
musicisti stravaganti o correnti New Age: tra i sostenitori dell'accordatura a
432 Hz troviamo cantanti del calibro di Luciano Pavarotti, Renata Tebaldi,
Montserrat Caballé, Placido Domingo, ma non solo. Anche Mick Jagger, leader dei
Rolling Stones, i Pink Floyd [che a 432 Hz hanno registrato l'album *The Dark
Side of the Moon*], e Stefano Bollani, che accorda il suo pianoforte proprio su
questa stessa frequenza.
In
conclusione, ora è chiaro come siamo arrivati a fissare lo standard di
intonazione a 440 Hz. È chiaro anche che non tutti lo ritengono la miglior
frequenza possibile, e questo capitolo è destinato a restare aperto per nuove
scoperte e nuove interpretazioni. C'è da ammettere, però, una cosa: molte opere
del passato sono state concepite con il **La** a 432 Hz o una frequenza molto
vicina, sicuramente non a 440 Hz. E allora, se consideriamo quel repertorio,
reintrodurre un'accordatura più bassa significherebbe semplicemente restituire
un'intonazione e una qualità del suono più simili alle intenzioni originali dei
compositori. Dopotutto, cos'è che ci interessa veramente? La brillantezza del
suono a tutti i costi, o avvicinarci all'essenza con cui è stata pensata
un'opera d'arte musicale? E poi, se si presenta l'occasione, io suggerisco
anche di sperimentare, di mettere alla prova le diverse teorie e testare
direttamente su noi stessi se riusciamo ad avvertire la differenza tra una
frequenza e l'altra. Anzi, che ne dite di provare voi stessi? Se vi va, fatemi
sapere nei commenti cosa percepite. Sarà sicuramente qualcosa di interessante.
Buona musica!
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