SELEZIONE INNATURALE


Curiosando su Twitter [ora X], mi sono imbattuto in un video di un certo Biglino, il quale sosteneva la non discendenza dell’Uomo dalla scimmia attraverso un improbabile esperimento scientifico. Biglino immaginava una selezione artificiale condotta su generazioni di scimmie, selezionate in base alle loro doti d’intelligenza. Secondo lui, poiché questo esperimento non è mai stato tentato, oppure, se è stato fatto, non ha prodotto i risultati attesi, viene meno la teoria della discendenza dell’uomo dalle scimmie. Di conseguenza, sempre secondo Biglino, l’unica risposta possibile sarebbe Dio.

Fra i vari commenti, uno mi ha particolarmente colpito e "stimolato" 

"Perché l’Uomo non ha selezionato le scimmie per svilupparne le capacità [intellettive, cognitive, etc] per utilizzarle come forza lavoro?" 

L’idea di selezionare artificialmente le scimmie per aumentarne l’intelligenza o impiegarle come forza lavoro potrebbe sembrare affascinante, ma non è mai stata perseguita in modo sistematico dall’umanità. Le ragioni di questa assenza sono radicate in una combinazione di limiti biologici, considerazioni pratiche, vincoli etici e sviluppi storici che hanno reso tale progetto non solo improbabile, ma anche poco conveniente.

Innanzitutto, l’intelligenza, come quella umana, è il risultato di milioni di anni di evoluzione. La selezione artificiale, pur potendo accelerare alcuni processi, richiede tempi lunghissimi per ottenere cambiamenti significativi in tratti complessi come la capacità cognitiva. Il cervello umano, con la sua straordinaria plasticità e intelligenza, è il prodotto di una serie di adattamenti genetici e ambientali che non possono essere replicati in poche generazioni di scimmie. Inoltre, l’intelligenza è un tratto poligenico, influenzato da numerosi geni e fattori esterni, il che rende estremamente difficile individuare e selezionare le varianti genetiche desiderate con la precisione necessaria.

Dal punto di vista pratico, l’addomesticamento e la selezione delle scimmie per il lavoro sarebbero stati poco efficienti. Rispetto ad animali come cavalli, buoi o cani, già adattati per compiti specifici grazie a millenni di domesticazione, le scimmie presentano svantaggi significativi. Pur essendo dotate di una certa intelligenza, hanno una forza fisica limitata, una dieta complessa e comportamenti sociali che le rendono difficili da controllare in contesti lavorativi. Inoltre, le società umane hanno sempre avuto accesso a risorse più immediate per la forza lavoro, come gli stessi esseri umani o altre specie animali, rendendo superfluo un investimento a lungo termine nella selezione delle scimmie.

Un altro fattore cruciale è rappresentato dalle considerazioni etiche e culturali. Nelle società moderne, le scimmie, in particolare i grandi primati come scimpanzé e gorilla, sono viste come specie vicine all’uomo, condividendo con noi un alto grado di somiglianza genetica e capacità cognitive. L’idea di manipolarle geneticamente o sfruttarle come forza lavoro solleva dilemmi morali che molte culture contemporanee troverebbero inaccettabili. Anche in epoche passate, quando tali sensibilità erano meno sviluppate, le società non avevano incentivi sufficienti per intraprendere un progetto tanto complesso e incerto, preferendo soluzioni più pratiche e immediate.

Infine, l’evoluzione tecnologica ha ulteriormente ridotto qualsiasi necessità di sviluppare scimmie per scopi lavorativi o intellettuali. Con l’avvento della meccanizzazione e, più recentemente, dell’intelligenza artificiale, l’umanità ha trovato strumenti più efficienti e controllabili per svolgere compiti complessi. L’intelligenza artificiale, in particolare, rappresenta una soluzione più rapida e flessibile rispetto alla selezione biologica, capace di adattarsi a una vasta gamma di esigenze senza i limiti imposti dalla biologia.

In conclusione, la mancata selezione delle scimmie per svilupparne l’intelligenza o utilizzarle come forza lavoro non è il risultato di una svista, ma di una serie di ostacoli biologici, pratici ed etici, combinati con l’esistenza di alternative più efficaci. L’umanità ha scelto percorsi diversi, sfruttando le risorse disponibili e, in tempi recenti, creando strumenti tecnologici che superano di gran lunga le potenzialità di qualsiasi progetto di selezione animale. La storia della nostra specie dimostra che, quando si tratta di risolvere problemi complessi, la creatività e l’innovazione hanno sempre prevalso su approcci tanto ambiziosi quanto impraticabili.

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