OPERAZIONE BELLA NAPOLI

C'è una cosa che mi ha sempre fatto ridere del mondo dell'intelligence moderna, ed è questa storia del Pizza Index. Praticamente, e ve lo giuro che non me lo sto inventando, c'è gente che tiene d'occhio quante pizze ordinano al Pentagono per capire quando sta per scoppiare una guerra. No, non è una barzelletta, è roba seria, o almeno così seria come può essere qualcosa che coinvolge la mozzarella e la geopolitica. 

Allora, la storia è questa: quando i pezzi grossi del governo americano devono gestire una crisi internazionale, cosa fanno?
Si chiudono negli uffici a lavorare giorno e notte, e ovviamente devono pur mangiare qualcosa. E cosa ordinano? Pizza, naturalmente, perché quando devi decidere se bombardare o non bombardare un paese, mica hai tempo di cucinare una pasta alla carbonara. Quindi, geniale intuizione di qualche analista, se vedi che improvvisamente i fattorini della pizza fanno la fila davanti al Pentagono, probabilmente c'è qualcosa di grosso che bolle in pentola, e non sto parlando del sugo di pomodoro. Il bello è che durante la Guerra Fredda i russi avevano già capito tutto, tanto che avevano coniato il termine "Pizzint" - che sarebbe Pizza Intelligence - per spiare gli americani contando i cartoni della pizza invece di intercettare le comunicazioni radio. Immagina la scena: mentre gli americani spendevano milioni per decifrare i codici sovietici, i russi stavano lì con il binocolo a contare le quattro stagioni. Chi era più furbo, secondo te? Perché il punto è questo: quando c'è una crisi, la prima cosa che facciamo tutti è ordinare da mangiare. È un riflesso primitivo, come quando i nostri antenati si nascondevano nelle caverne davanti al pericolo, solo che ora le caverne hanno l'aria condizionata e il WiFi, e invece di cacciare mammut chiamiamo il numero della pizzeria. Il Pizza Index, che alcuni chiamano anche Pentagon Pizza Meter, è diventato un indicatore geopolitico talmente accurato che fa quasi paura. Cioè, non seguono le persone, seguono le fette, che è una cosa bellissima se ci pensi: è l'intelligence più democratica del mondo. Nessuno intercetta le tue telefonate, ma tutti sanno quanta pizza stai mangiando. È come il Grande Fratello, ma con più origano e meno paranoia. E la cosa fantastica è che ora chiunque può fare lo spione: non ti servono più lauree in scienze politiche o addestramento segreto della CIA, basta che ti piazzi fuori da una pizzeria vicino a un palazzo del potere con un block notes e inizi a contare. È la democratizzazione dello spionaggio, condita con mozzarella e pomodoro. 
Pensateci: mentre noi poveri mortali cerchiamo di capire cosa succede nel mondo guardando i telegiornali o leggendo i giornali online, c'è qualcuno che ha capito che la verità si nasconde nei cartoni della pizza. Ed è geniale nella sua semplicità, perché in fondo rivela qualcosa di profondamente umano: non importa quanto importante pensi di essere o quante responsabilità hai sulle spalle, quando arriva il momento della crisi tutti abbiamo bisogno dello stesso comfort food. 
Dal Segretario alla Difesa all'ultimo degli stagisti, tutti vogliono la stessa cosa: una pizza calda che li faccia sentire un po' meglio mentre il mondo va a rotoli. C'è una certa poesia in tutto questo, se vogliamo, perché il Pizza Index ci insegna che forse l'unica verità rimasta in un mondo pieno di fake news e propaganda si trova nei nostri appetiti più primitivi. 
Quando tutto il resto mente, lo stomaco è sempre sincero. 
E allora, la prossima volta che vedi un ingorgo di scooter per pizza davanti a un palazzo importante, non pensare al traffico, pensa alla storia che si sta scrivendo, una fetta alla volta. 
Dopotutto, dicevano che un esercito marcia sullo stomaco, ma a quanto pare un governo moderno marcia sulla pizza, e francamente non so se ridere o preoccuparmi del fatto che il destino dell'umanità dipenda da gente che ha appena finito di litigare su quale pizzeria fa la consegna più veloce.

Commenti

Post popolari in questo blog

IL SONDAGGIONE: IO VOTO VANNACCI PERCHÈ...

È TUTTO FRUTTO DELLA FANTASIA?

DIALOGO VS MONOLOGO