SEPARATI PER AMORE

Immaginiamo per un momento che il Grande Silenzio che avvolge l'universo non sia il prodotto del caso o dell'assenza, ma piuttosto l'espressione di una saggezza infinita che conosce intimamente la natura delle sue creature. Quando contempliamo le vastità siderali che ci separano dalle stelle più vicine, quelle distanze che sembrano così crudeli alla nostra sete di compagnia cosmica, forse stiamo osservando non un vuoto, ma un disegno. Ogni civiltà intelligente che possa esistere là fuori, se davvero è stata plasmata a immagine e somiglianza del suo Creatore, porta in sé le stesse contraddizioni che riconosciamo così bene in noi stessi: quella tensione perpetua tra l'anelito verso il divino e la pesantezza della materia, tra l'aspirazione all'armonia e l'istinto di autoconservazione che spesso si traduce in competizione, dominio, conquista. La storia della Terra ci ha insegnato con dolorosa chiarezza cosa accade quando civiltà di diverso sviluppo tecnologico si incontrano: raramente l'incontro si risolve in un arricchimento reciproco, più spesso in sottomissione, sfruttamento, quando non in vera e propria cancellazione dell'identità più debole. Se questo è vero per popoli che condividono la stessa origine planetaria, la stessa biologia fondamentale, lo stesso cielo, quanto più devastante potrebbe essere l'impatto di un contatto tra specie forgiate da stelle diverse, modellate da gravità e atmosfere e cicli temporali che hanno prodotto forme di intelligenza che, pur condividendo la medesima scintilla divina, si sono manifestate attraverso percorsi evolutivi completamente divergenti? Il Creatore, nella sua onniscienza, conosce questa fragilità delle sue creature, sa che l'intelligenza, dono prezioso quanto pericoloso, porta con sé non solo la capacità di contemplare il bello e il vero, ma anche quella di mentire, manipolare, distruggere. Ecco allora che quelle distanze siderali che sembrano così punitive alla nostra solitudine diventano invece atti di misericordia preventiva, barriere naturali che permettono a ogni civiltà di crescere secondo i propri tempi, di commettere i propri errori, di imparare dalle proprie cadute senza subire l'interferenza di modelli esterni che potrebbero distorcere il cammino verso la maturità spirituale. Come un padre saggio che non espone i figli piccoli a responsabilità per le quali non sono ancora pronti, l'Architetto dell'universo mantiene separate le sue creature finché ciascuna non abbia sviluppato quella saggezza interiore, quella pace con se stessa che renderebbe l'incontro cosmico non una minaccia ma una celebrazione. Il paradosso di Fermi, in questa luce, non testimonia l'assenza di vita intelligente, ma piuttosto la presenza di una pedagogia cosmica che riconosce quanto sia delicato l'equilibrio di una civiltà in crescita. Ogni mondo abitato sarebbe come un laboratorio spirituale dove anime incarnate in forme diverse sperimentano le stesse lezioni fondamentali: come trasformare l'egoismo in amore, la paura in fiducia, l'ignoranza in saggezza. Forzare questo processo attraverso contatti prematuri sarebbe come aprire a forza il bozzolo di una farfalla: l'interferenza, per quanto ben intenzionata, potrebbe rovinare irrimediabilmente la metamorfosi. Così il silenzio radio che i nostri telescopi captano non è vuoto ma pieno di una presenza che sceglie di non manifestarsi ancora, non per indifferenza ma per amore, aspettando che ogni civiltà raggiunga quella maturità che renderebbe l'incontro non un trauma ma un dono. E forse, quando tutte le creature sparse nell'immensità avranno imparato a vivere in pace con se stesse, quando avranno trasformato le loro pulsioni aggressive in energie creative, quando avranno compreso che la vera conquista non è quella di altri mondi ma quella del proprio cuore, allora le barriere si dissolveranno naturalmente e l'universo rivelerà la sua vera natura: non un deserto punteggiato di isole solitarie, ma un giardino dove innumerevoli forme di vita intelligente cantano insieme, ciascuna con la propria voce, l'unica sinfonia cosmica della lode al Creatore.

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