COSTA CROCIERE
Deserto Mesopotamico. Terra arida, assetata d'acqua. Vegetazione assente eccezion fatta per alcune piante grasse, spinose, ostili.
Pietre arse da un impietoso sole, l'aria calda fa ondeggiare le dune come odalische. Dei teschi di cammelli fanno da macabra ed esplicita segnaletica della pericolosità dell'Infernale luogo di Morte e Desolazione.
Solo una piccola Oasi, pochi litri d'acqua al giorno che trasudano dalla sabbia ardente e il conforto di qualche timido palmizio che con la sua poco generosa ombra regala un po’ di sollievo alla piccola famiglia che vi ci abita.
Una vita semplice, obbligatoriamente frugale. Una Vita non Vita, almeno per i nostri canoni attuali ma per loro la migliore, l'unica Vita possibile, parafrasando Leibni[t]z [sulla “perdita” della “t” c’è un gustoso aneddoto che, prima o poi, vi dirò].
Eppoi una Fede incrollabile verso il proprio Dio che in qualche modo deve Esistere, visto che, nonostante tutto, la Famiglia cresce e sopravvive da tempo immemorabile.
Sono caprai che si trasformano in commercianti nelle rare occasioni di transito delle carovane.
Mai e poi mai si sarebbero aspettati che da li a pochi giorni la loro Vita sarebbe cambiata del tutto.
Infatti, durante il sonno, l'anziano Patriarca fa un sogno, un sogno tremendo. Un sogno che racconta di Morte e Distruzione, ma anche di Rinascita e Speranza.
Dio, il suo Dio, lo chiama per nome e gli preannuncia che da lì a poco avrebbe mandato sulla Terra un Diluvio che l’avrebbe sommersa tutta e distrutto ogni forma di Vita presente…tranne Lui...la Sua Famiglia....e una coppia di animali di ogni specie, grazie alla costruzione di un'Arca.
Questo è lo scenario della storia di Noè e del Diluvio Universale, che, di riffa o di raffa, conosciamo tutti. Vuoi per una frequentazione del Catechismo a scuola o in parrocchia, vuoi per la trascrizione cinematografica hollywoodiana che lo ha diffuso in tutto il Pianeta [ehhh, questi Poteri Forti].
Potete bene immaginare come si dovesse essere sentito il nostro Noè. Prima di tutto perché ti parla il tuo Dio. Insomma, per quanto uno possa essere un tipo estroverso, spiritoso, di compagnia, uno abituato a stare tra la gente, parlare con Lui non deve essere una cosa facile. Poi a uno che sa tutto, che vede tutto, che legge dentro di te ogni tuo piccolo pensiero, ma che gli vai a dire? Senza contare che non puoi neanche criticare le cose che non vanno bene.
Insomma, mica puoi dire, per fare conversazione "Ah!, che giornata di cacca oggi" oppure "Certo che le cose nel Mondo vanno proprio da schifo...". Ma come si fa a dirlo, è tutta colpa sua, no? O perlomeno, visto che può tutto potrebbe benissimo metterci una pezza, no?
Ed infatti con Noè, una pezza la stava appunto per mettercela. Anche se, bisogna ammetterlo, sembra che la cura sia peggiore della Malattia.
“Costruisci un'Arca!!” Beh!, Noè era un capraro del Deserto e per quanto uno possa immaginarsi che vivesse in una spiaggia immensa è molto improbabile che abbia mai visto il Mare e tantomeno una Nave.
Dopo i primi smarrimenti, faccine strane, sguardi persi nel vuoto, Dio decise di fornirgli delle istruzioni. Diciamo che fu l'antesignano della IKEA. Una parte della Genesi, dove si parla anche di Noè e della sua Storia, è praticamente un manuale di istruzioni, con tanto di misure, materiali e pure un disegnino tecnico, andato però perduto col tempo.
Altro problema fu con quale vegetazione legnosa costruirla. Insomma, era nel deserto ma anche quello fu risolto; l'IKEA fornì pure i materiali [e anche questa pagina della Genesi, nel tempo, è andata perduta].
Il tutto fu montato non senza qualche difficoltà, soprattutto per la mancanza di chiarezza delle istruzioni. Ma sono cose che tutt'ora, l'IKEA, non ha ancora fatto fronte e risolto.
Altro problema, racimolare ogni coppia di animali presente sulla terra, fatti salvi i pesci, almeno credo e il resto doveva trovare posto sull'Arca.
E qui cominciano i problemi. Insomma, è andato a prenderli di persona? Sono arrivati loro da soli? l'Orso polare, i pinguini? i Kiwi [non la frutta], i Lama e tutti quegli animali tipici di posti particolari della Terra, ci sono venuti da soli? Boh!, il manuale dell'IKEA ante litteram non lo dice.
Sta di fatto che l'Arca fu costruita e dopo una bella cerimonia del suo varo con la rottura di un Cocco d'annata sulla paratia e...e restò lì, ad aspettare l'acqua.
Le previsioni Meteo non erano incoraggianti. Al Centro Meteo Epson non avevano neanche le icone con le nuvolette, ma solo dei disconi gialli, di solleone. Ma ai quei tempi, come oggi, non erano molto affidabili e infatti l'acqua venne. Eccome se venne. 40 giorni e 40 notti! No, non fanno 80 fanno sempre 40, comunque sono sempre tanti e poi nel deserto, anche 40 minuti d'acqua sarebbero stati una grossa novità.
Ma come trascorressero le giornate a bordo dell'Arca, questo rimarrà un mistero, anche se, per quanto riguardava i conigli, non è che lo fosse tanto, un mistero, visto quanti erano diventati in pochi giorni [contribuendo anche al sostentamento di Umani e Animali carnivori, ndr].
Ma finalmente, alla “radio”, le previsioni del Meteo annunciavano rischiarite e così, Capitan Noè, mandò un corvo a perlustrare la zona. Ma quello, dopo 40 giorni e 40 notti di Bustoni di 4 Salti in Padella al gusto “coniglio”, visto il lauto banchetto galleggiante di carogne varie, si diede alla pazza gioia morendo di indigestione 2 giorni dopo.
Fu la volta della Colomba, la quale, fatta rimpinzare per bene e con la promessa di farle arrosto la propria Suocera [sì, perché pare che la moglie non volle venire in crociera ma ci venne la cara suocerina] lui ritornò con un rametto di rosmarino in becco, come contributo all'arrosto, poi, nel Libro, trasformato in rametto d’Ulivo. Parliamoci chiaro, non avrebbe suonato bene dire “IL ROSMARINO DELLA PACE”.
Certo...che con tutti i porti dove potevano attraccare...Porto Cervo, Porto Rotondo, Porto Santo Stefano, etc etc., proprio su un Monte, per giunta pure ripido e senza tanta vegetazione, ricoperto di ghiaccio e neve. Insomma, dal deserto di sabbia a un deserto di neve.
Certo che certa gente ha proprio una gran sfortuna.
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