NON CI SONO PIÙ LE MEZZE STAGIONI
Sul clima e suoi cambiamenti se ne sta parlando oramai da tempo e, come spesso succede, “più lunga è la pensata, più grande è la minchiata”.
Che il clima stia cambiando penso sia indubitabile. Le stagioni sono pressoché diventate due, gli eventi atmosferici sono più estremi, più frequenti e il paesaggio si sta modificando. Un tempo si andava in montagna per vedere la neve, un ghiacciaio, anche in estate mentre oggi le nostre cime sono sempre più brulle e inesorabilmente sempre meno spruzzate di bianco.
Anche i nostri mari non sono più quelli di una volta. Oggi fai dello snorkeling e ti capita di imbatterti in branchi di pesci tropicali, o vegetazione tipica di quelli più caldi.
In tutto questo il dibattito stanco, annoiato e annoiante, tipico dei social e di chi, ovviamente, non ha altri problemi, si schiera.
Addirittura ci sono i negazionisti del cambiamento climatico, gente che non crede che il clima stia cambiando, che le temperature medie del pianeta stiano aumentando e che, soprattutto, sia a causa dell’Uomo.
Vi invito a fare un piccolo “esperimento”, una piccola osservazione empirica: Andate nel vostro armadio e mettete sul letto i vestiti che avete, separandoli per “stagione”.
A differenza di quanto avreste avuto rispetto a 20/30 anni fa, cioè 4 mucchi, uno per stagione, oggi ne avete solamente due. Sono scomparsi i mucchietti “intermedi”, quelli primaverile/autunnale. Per chi ancora li acquista, si accorgerà che non sono più “pesanti” come una volta e lo stesso vale anche per quelli invernali.
Detto questo rimane da “appurare” se il cambiamento climatico sia di derivazione “antropica” [a causa delle attività umane] oppure è una cronica fluttuazione climatica del tutto naturale, come se ne sono registrate tante nel corso della vita del pianeta.
La risposta è che entrambe sono corrette.
Il cambiamento climatico è un aciclico fenomeno del tutto naturale ma anche l’Uomo può influenzarlo, alterandone i paramenti che lo regolano.
Il clima della Terra è naturalmente influenzato da variabili naturali e, in particolare, dipende dall’energia solare che scalda la superficie terrestre e l’atmosfera e la “differenza di potenziale” fra le temperature dell’atmosfera alle varie latitudini e quella del suolo determina un moto turbolento con spostamento di masse d’aria [moto di convezione].
Ma l’energia solare, com’è evidente, deve attraversare l’atmosfera terrestre, e questa incide sulla quantità di radiazione termica che giunge al suolo, che riscalda l’atmosfera e anche su quella che sfugge dalla terra, per riflessione.
Questa “proprietà” dell’atmosfera dipende dalla sua composizione chimica, come abbiamo imparato dalle scuole elementari, dipende dai “gas serra”.
I gas serra sono elementi chimici, molecolari elementari o parte di composti che “trattengono” o “schermano” le radiazioni termiche solari, con la conseguenza di alterare le temperature causanti i naturali moti convettivi dell’atmosfera.
Di gas serra ce ne sono tantissimi, quasi tutti presenti in natura e altri prodotti di sintesi da attività industriali, ma i principali, naturalmente presenti nell’atmosfera sono:
Il metano [CH4];
L’anidride carbonica [CO2];
Il protossido d’azoto [NO2].
L’atmosfera è composta per il 78% circa di AZOTO [N], del 20% circa di OSSIGENO [O] e per lo 0,1% [zerovirgolauno] di una pletora di gas, fra cui CO2+CH4+SOx+NOx etc.
Insomma, nell’atmosfera, normalmente, naturalmente, i gas serra rappresentano una frazione piccolissima e, tuttavia, caratterizzano il clima del Pianeta.
Quindi che cosa potrà mai accadere se l’Uomo immette nell’atmosfera quantità "esagerate" e incontrollate di gas serra a seguito delle sue attività industriali, agricole, di sfruttamento delle risorse naturali, disboscamento, inquinamento, etc. se una piccola quantità influenza il clima di tutto un Pianeta?
Il problema principale è, semplificando, la quantità di CARBONIO [C] presente in atmosfera. Il pianeta produce C naturalmente, rientrando in quello che possiamo chiamare “ciclo del Carbonio”.
Attività vulcanica, incendi appiccati da fenomeni naturali [fulmini], vita biologica [respirazione animale, deiezioni, putrefazione, etc], tutto in una sorta di “eterno equilibrio”, con la trasformazione del C in legno, vita, etc, quindi sottratta dall’atmosfera e viceversa.
Ma l’Uomo industriale, l’Uomo allevatore intensivo, l’Uomo sfruttatore di risorse naturali, l’Uomo piromane/diboscatore per avere più territorio da cementare o da coltivare, ha cominciato ad immettere Carbonio proveniente da giacimenti che lo escludevano da questo ciclo senza che ci sia una equivalente trasformazione inversa di questo C .
Solo di CO2, nel 2019, l’Uomo ha immesso 52,4 gigatonnellate, toccando il record di 413ppm dal periodo pre-industriale [1750], cioè il 123% in più, mentre di CH4 e di NO2 abbiamo portato i valori al 262% e al 125%.
Siamo a oltre il doppio per la CO2 e NO2 e oltre il triplo per il CH4, il tutto in meno di 3 secoli.
Ma anche 1 secolo fa c’erano temperature con picchi alti, direte voi, “mi ricordo nel 1974 che un giorno ad agosto fecero 43° a Firenze”, e così via a snocciolare cronache da prima pagina del passato.
I social sono pieni di questa aneddotica e in questo “giochino” ci cascano anche scienziati [vedi il prof. PRODI... no, l'altro] e, soprattutto, ci sguazzano coloro che lo strumentalizzano.
L’eccezionalità di un evento è considerata da questi come normalità.
Mi sovviene una metafora…immaginate la Terra come una autostrada, la temperatura come il traffico e le automobili come i gas serra.
Inizialmente, su questa autostrada, hanno sempre viaggiato un numero costante di automobili e per varie ragioni, ogni tanto, si creano degli ingorghi, dei rallentamenti. Insomma, ogni tanto la temperatura sale oppure il traffico scorre più snello e la temperatura scende.
E questo lo fa in maniera aciclica, accade ma è un evento eccezionale, tale da farci pure delle canzoni.
Ma in questa autostrada, l’Uomo, comincia a farci transitare sempre più automobili. Ogni anno sempre più numerose, senza possibilità che la strada, ovviamente, venga ampliata.
I rallentamenti diventano sempre più frequenti, gli ingorghi sempre più lunghi e duraturi. Oramai siamo su un planetario GRA nell’ora di punta ed è una cosa “normale”, non più eccezionale.
La soluzione qual è allora? Non potendo agire sulle dimensioni della strada [la TERRA], possiamo solo agire sulla quantità di auto circolanti, cominciando a diminuirne la quantità anno per anno e sostituendole con mezzi che non creano ingorghi o, perlomeno, più scorrevoli.
"Ma cosa volete che sia un grado o due in più? Va dicendo qualcuno nei Bar e non solo.
Beh, l'Uomo normalmente ha una temperatura media corporea di 37ºC.. e uno o due gradi in più significa avere una febbre a 38 o 39ºC...fate voi...
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