UNA POLTRONA PER DUE


Il classico natalizio, puntuale come la tassa sui rifiuti, a tal punto che se non dovesse andare in programmazione su una qualsiasi delle migliaia di canali TV a disposizione, non sarebbe Natale.

La storia è semplicissima: le vite di un broker di successo e di un mendicante afroamericano vengono stravolte dalla scommessa fatta da due ricconi annoiati. Il resto della storia lo conoscete già e comunque, per non spoilerare, non dico altro.

Sono certo che tutti, ma proprio tutti, abbiamo subito preso posizione rispetto ai personaggi, parteggiando e provando immediatamente simpatia per le due vittime dell'infida, vigliacca e disumana scommessa.

È più forte di noi: appena vediamo un abuso, un atto di violenza, di bullismo, una sopraffazione, subito solidarizziamo con la vittima ed entriamo in empatia con lei. A meno che non si tratti di bambini extracomunitari e dei loro genitori che affogano in mare, di vicine di casa oggetto di quotidiane malversazioni e violenze da parte di un familiare, di commercianti taglieggiati col pizzo dai mafiosi, di studenti sfottuti e bullizzati, eccetera eccetera.

Ma se si tratta di finzione, di film, ecco che ci prudono le mani anche se una comparsa del film getta una carta di caramella dal finestrino. Pensate che tra le categorie di video più visti su YouTube, quelli dove il bullo viene pestato dal bullizzato sono nella Top 5, dietro i gattini, ovviamente.

A questo punto voglio sfidarvi e vi propongo un esperimento "social-sociale" con lo scopo di verificare quanto arriva il vostro indignometro e la vostra voglia "de menarlo".

Immaginatevi due signori dei Poteri Forti, di quelli potentissimi che tutto possono e tutto hanno.

I CEO di due multinazionali concorrenti tra loro, la cui ragione sociale di entrambe è quella di farvi firmare un contratto a vita senza possibilità di recesso.

Ora, questi due frequentano lo stesso club super esclusivo, circondati da figure androgine dal genere ambiguo e da altre figure grezze dedite a orge sfrenate, consumi di alcol, droghe e musica heavy metal a manetta.

I due chiacchierano e, da bravi maschietti, fanno a gara "a chi lo ha più lungo": insomma, ognuno magnifica se stesso e la propria multinazionale. Da lì a fare una scommessa, il passo è breve.

La sfida è semplice: scegliere tra tutti i fanatici del marchio di una multinazionale quello più fanatico di tutti. Quello che ha tutti i gadget che il merchandising offre, pure le serie "limited edition" a tiratura minima. Uno che mette sempre 5 stelle nelle recensioni anche se si tratta di un fazzoletto usato da altri. E cominciare a levarglielo, a renderglielo non usufruibile, e vedere fino a che punto questi rimane fedele al brand.

Troppo poco, direte voi: alla fine si tratta di perdere qualche gadget, qualche pezzo da collezione, nulla più. Non c'è coinvolgimento empatico, emotivo... insomma, non prudono le mani.

Bene, alziamo il tiro: i due signori cambiano oggetto della scommessa e la spostano sulla proprietà, la famiglia, la salute del fanatico.

I due, per scommessa, cominciano a giocare con la vita di quest'uomo togliendogli gradualmente tutto, figli compresi, determinandone la morte.

Vi cominciano a prudere le mani, dite la verità.

I CEO delle multinazionali, come i due magnati del film, per futili motivi, per una misera scommessa fatta per noia, giocano con la vita di un uomo. E tutto per dimostrare, l'uno all'altro, di avere il completo controllo del mercato e, soprattutto, dei consumatori.

Ora alzi la mano chi non ha avuto l'istinto di mettere le mani addosso ai due magnati e, perlomeno, dire che al posto del fanatico, dopo le prime crudeltà, gli avrebbe come minimo sputato in faccia.

Bene, sappiate che uno dei due magnati, CEO delle multinazionali, per scommessa, per boria personale e vanità nei confronti dell'altro "collega" della concorrenza, è nientemeno che Dio.

Già, l'Ing. Dio, proprio lui, e l'amico del club esclusivo è il signor Satana in persona. Il fanatico, povera vittima di questa insulsa scommessa, è Giobbe.

Però Dio è grande e misericordioso... e dopo aver vinto la scommessa con quel rosicone di Satana, premia Giobbe con il doppio dei suoi averi patrimoniali iniziali e 10 nuovi figli [7 maschi e 3 femmine]- diversi, non gli stessi resuscitati, ma frutto di altre 10 gestazioni per sua moglie, già avanti con l'età. Lei sì, con una pazienza più grande di quel fregnone di suo marito.

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