UMARELLANDIA
Circa 3 anni fa il mio Paesello ha avviato una campagna Sociale lodevolissima che, come concittadini, ci ha inorgoglito e distinti rispetto tutti gli altri Paeselli limitrofi.
"Basta con le barriere architettoniche, basta con la poco civile situazione alla quale le persone con condizioni di disabilità del nostro Comune sono costretti a vivere e subire quotidianamente"; questo l'imperativo categorico dell'Assessorato alle Politiche Sociali.
Ci si pensa poco a queste cose e spesso, pur dichiarandoci perfettamente d'accordo e solidali con i nostri concittadini in difficoltà, siamo noi stessi causa di disagio.
Penso a quando magari parcheggiamo sulle strisce o sopra un marciapiede anche se solo per un minutino per goderci un buon e meritato caffettino, magari in una giornata di pioggia o particolarmente calda o fredda e intanto, mentre ci gustiamo la corroborante bevanda, aproffittando per scambiare quattro chiacchere con la barista o un amico, il nostro concittadino aspetta paziente all'intemperie che gli lasciamo libero il passaggio.
Insomma, come per moltissime cose, se non direttamente vissute o "catalizzati" sul problema, siamo noi stessi parte del "problema".
Ma il nostro Paesello ha finalmento detto BASTA. Basta con i marciapiedi a gradino, basta con gli accessi ai Pubblici Uffici tramite le scale, basta alla mancanza di aree di parcheggio vicine ed agevoli per raggiungere qualsiasi punto del piccolo sì ma vasto Paesello.
Ed ecco che tre anni fa è cominciata la grande opera di "civilizzazione" dell'Urbanistica e dell'abbattimento di ogni ostacolo.
Immensi cartelli ci informano con fare garbato, un po' autocelebrante e magnificante che si sta lavorando per noi, che qualche piccolo inevitabile disagio è accetabilmente sostenibile, in cambio di un maggiore rispetto e dignità verso gli altri.
Oramai li conosciamo a memoria, da tre anni il Paesello è diventato un cantierone infinito. Il Paradiso degli Umarell, tanto che si organizzano torpedoni dalla provincia di Verona, addirittura da altre Regioni. Transenne dappertutto, macchine movimento terra parcheggiati lungo le strade, cumuli di sabbia e di materiali inerti sparsi qua e là. La notte si accendono tutte le luci di cantiere e VIGASIO si trasforma in LAS VIGAS. Pare che si veda pure dallo spazio.
Il parcheggio davanti agli uffici Pubblici è momentaneamente ridotto e comunque sono garantiti i parcheggi per il personale impiegato il quale, arrivando prima, ne occupa una buona percentuale.
La stessa cosa dicasi per le macchine di "servizio" dei Vigili, della Protezione civile, dell'Ufficio Tecnico, etc etc., tutte disperse per il territorio e parcheggiate nelle zone riservate temporaneamente ai loro mezzi.
Da tre anni, anche noi normalmente abili siamo in una condizione di disagio, figuriamoci quelli che in condizioni normali erano già disagiati.
Quello che doveva essere un venirgli incontro si sta dimostrando uno sfregio tremendo.
Purtroppo le cose non sembrano poter finire presto, anzi piú vanno avanti i lavori e piú i disagi crescono.
Un "pandino", durante i lavori di scavo, ha tranciato di netto: la linea elettrica principale, il cavo telefonico, un tubo della condotta idrica dell'acquedotto, la condotta fognaria, del metano, per poi ricominciare daccapo.
Ma non tutto è stato male. Durante gli scavi sono stati riportati alla luce le antica vestigia di un accampamento Rodigino, unico nel suo genere, proprio in mezzo al Paesello.
Comunque alcune cose sono state terminate, qualche marciapiede è stato dotato di scivolo e reso operativo e, grazie a questo, molti automobilisti possono salirci piú agevolmente e parcheggiarci sopra senza rischiare di rovinare le costosissime gomme ribassate.
Gli accessi ai pubblici Uffici come le Poste sono state dotate del loro bello scivolino e usato dai ragazzini come rampe di allenamento per gli skateboard, rollerblade e bici MBX.
Bene, tutto questo ha dato una sensazione di normalità e un po' di conforto. Non se ne poteva più.
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