ZIZZANIA DI STATO

Forse il Dono più grande che la Divinità ha fatto alla sua Creatura, a parte crearla e ovviamemte la Donna, è quello del Libero Arbitrio. Infatti si può scegliere quale Vita condurre, quale Peccati fare, quali princìpi infrangere; il tutto nella consapevolezza del "costo" delle nostre azioni.
La Divinità ci dice, semplicemente, di fare liberamente quello che ci pare, ma se non si fa come dice Lei allora ci saranno conseguenze gravi, addirittura Eterne. 
Il discorso non è chiaro e su questo ci si è messo di mezzo l'Uomo con le sue interpretazioni, spesso con esiti da "el tacon l'è peso del buso".
Se mi dai Libertà di scelta, ma mi dici che se non scelgo come vorresti tu ne avrò una pena eterna, addirittura esagerata, allora non è più una Scelta ma è una Sfida.
Ricorda la mamma che dice al figlio "O fai come ti dico io o pigli le botte... vedi tu!". 
Ora, quello che la Divinità ci ha detto direttamente dalla sua Voce non lo sappiamo e probabilmente non lo sapremo mai, nonostanti i tanti, troppi, esegeti, profeti, veggenti e ciarlatani vari. Ci fidiamo però di quello che un tempo alcuni Uomini "ispirati" hanno trascritto e come ogni ispirazione ci si è cimentati in interpretazioni varie, più o meno restrittive, anche qui prevalentemente ad opera di ciarlatani.
L'Uomo ci ha sempre tenuto a proteggere se stesso dalle conseguenze del Libero Arbitrio preferendo, piuttosto, di seguire le scelte precostituite dalla Divinità. Addirittura strafacendo come suo solito, inventandosi Punizioni divine oppure facendo in modo che non si cada nel Peccato, proibendo e punendo, motu proprio, atteggiamenti, usi, pensieri etc. a seconda delle situazioni e/o convenienze. Insomma... dal Libero Arbitrio dono della Divinità, alla Libertà Arbitrata auto imposta dall'Uomo.
E in fatto di imporsi e, soprattutto imporre regole agli altri per limitare la Libertà altrui, l'Uomo non è secondo a nessuno, nemmeno alla Divinità. 
E così sacrifica la propria Libertà agendo più realisticamente del Re, senza quella Misericordia che è propria e unica della Divinità.
Ma la Divinità, che per assioma è Onnipotente e conosce il Passato, Presente e Futuro, questa aberrazione tutta umana del suo Dono [il Libero Arbitrio] l'aveva prevista e ci ha dato un altro Dono, ancora più grande: la LAICITÀ. 
Laicità intesa come percorso filosofico in cui l'Uomo si emancipa dalla Divinità, agendo in piena responsabilità e autonomia delle proprie azioni, senza doversi rapportare o soppesare costantemente col Giudizio divino. 
La Divinità permette alla sua Creatura, maturando, di poter fare a meno di Lei, che poi è quello che qualsiasi Genitore sperimenta nella propria Vita, facendolo con dolore ma per vero Amore dei Figli.
Amore che può continuare ad esistere, ma che non deve influenzare la Serenità e la Convivenza nella Famiglia del Figlio.
Per esempio figli che antepongono l'amore per i genitori a quella della famiglia o l'ingerenza dei genitori nella Vita della famiglia, zizzaneggiando. Più o meno, direttamente o per conoscenza di altrui vicende, sappiamo di cosa si tratta e quale devastante influenza può avere.
Lo stesso vale per uno Stato in cui vige un principio di laicità, cioè che non fa propria una morale di matrice religiosa [contrapposta allo Stato clericale, ndr].
Uno Stato Laico è di per sé uno Stato Inclusivo, non fa distinzioni, non impone a tutti precetti o morali di una Religione: in poche parole è uno Stato democratico.
Non c'è contraddizione, peraltro, per uno Stato laico nel seguire e fare propria una morale che si rifà, per percorso culturale-storico-tradizionale, a una religione e/o agevolare il culto, qualsiasi, dei suoi Cittadini, il tutto comunque nel perimetro di una Legge laica.
Per questo qualsiasi tentativo di ingerenza di tipo religioso nello Stato attraverso applicazioni di princìpi morali religiosi non universalmente riconosciuti [fedeli e non] da parte di esegeti, interpreti e ciarlatani vari, è inaccettabile e dev'essere combattuto, evitato, emarginato... proprio come si deve evitare che un Figlio sia troppo attaccato ai Genitori o, viceversa, che i Genitori s'impiccino nella Vita della Famiglia del Figlio mettendo zizzania fra loro.


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