LA BANALITÀ DELLA SEMANTICA
È innegabile: Israele ha il diritto e il dovere di difendere i suoi cittadini. L'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 fu un atto di terrorismo brutale che inflisse traumi profondi e dolore incommensurabile. Condannarlo senza riserve è un imperativo morale.
Ciononostante, la risposta israeliana a Gaza ha oltrepassato ogni confine della legittima difesa, trasformandosi in una catastrofe umanitaria di proporzioni inaudite. I numeri parlano con crudezza [fonti ONU, OCHA, MSF]: decine di migliaia di morti palestinesi, una schiacciante maggioranza civili, tra cui un numero devastante di bambini e donne. Quartieri interi annientati, infrastrutture vitali – ospedali, scuole, impianti idrici – sistematicamente distrutte.
Un assedio che ha negato cibo, acqua e medicine per mesi, punendo collettivamente una popolazione già stremata da 16 anni di blocco.
Questa non è guerra: è la dissoluzione del diritto internazionale umanitario.
Il principio di distinzione tra combattenti civili? Evaporato sotto i bombardamenti su aree densamente popolate e strutture mediche.
Il principio di proporzionalità? Cancellato da una sproporzione tra offesa e rappresaglia che sfida ogni razionalità.
Il divieto di punizione collettiva? Violato quotidianamente nella negazione degli aiuti essenziali.
Bambini sepolti vivi, malati lasciati morire, anziani disidratati: non sono "danni collaterali", sono scelte politico-militari. Gaza, già "prigione a cielo aperto", è diventata un girone infernale sotto lo sguardo complice dell'Occidente.
E qui sorge l'amara ironia: un Occidente che si erge a paladino dei diritti umani e custode del "Mai Più", paralizzato da ipocrisia e codardia semantica.
Dibattiti sterili su termini [genocidio? Sterminio?] sostituiscono l'azione, diluendo l'urgenza in cavilli lessicali. Questa non è accademia: è una strategia per distogliere lo sguardo dalla realtà dei corpi straziati e dei sopravvissuti alla fame.
Il fallimento è globale.
L'Occidente?: Fornisce armi e copertura diplomatica all'orrore, tradendo i suoi valori fondanti.
LONU?: Impotente, i suoi appelli inascoltati.
Le altre Potenze [Cina, Russia]? : Sfruttano la crisi, senza offrire soluzioni.
La Società civile?: Zittita dall'accusa strumentale di antisemitismo, usata per soffocare critiche legittime. In questo caso, l'uso del termine "Antisemitismo" è immediato e senza "puntacazzismi".
Eppure, una speranza resiste: la crescente ondata di coscienza globale, dalle piazze alle università, che costringe il mondo a vedere. È la pressione dal basso l'unico motore per un cambiamento concreto: sanzioni, embargo sulle armi, sostegno alla Corte Penale Internazionale.
Chiamare questa tragedia con il suo nome –crimini di guerra, punizione collettiva, collasso morale dell'Occidente– non è retorica: è il primo passo per agire.
La "grammatica del dolore" palestinese esige ascolto e giustizia, non pietismi o giri di parole. Il futuro di israeliani "e" palestinesi dipende dalla nostra capacità di fermare questa macchina di morte, ora.
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