CATTIVI ALUNNI
Invocare Dresda in fiamme, Berlino sbriciolata e Hiroshima vaporizzata non come ammonimento ma come giustificazione per radere al suolo Gaza è come prendere un cartello “Pericolo: scogliera” e usarlo come mappa per fare un picnic sull’orlo del burrone; è la caricatura della memoria storica, il passaggio da “mai più” a “vedi che si può fare”, un ribaltamento che trasforma il diritto internazionale in un vecchio manuale d’istruzioni dimenticato in soffitta. Nel 1949, quando cinquantanove delegati si chiusero a Ginevra con ancora negli occhi i civili tedeschi arrostiti nei rifugi, i bambini inseguiti dal fuoco e i quartieri ridotti a polvere, non stavano filosofeggiando per sport: scrivevano regole perché avevano appena visto l’abisso e volevano mettere un lucchetto sulla porta. Distinzione tra civili e combattenti, proporzionalità, precauzioni: principi che oggi vengono sventolati solo alle conferenze, salvo poi infilarli sotto il tappeto quando diventano scomodi. Ma il capolavoro dell’ipocrisia è trasformare le peggiori nefandezze del passato in modelli operativi, come se Dresda fosse stata un laboratorio di buone pratiche belliche; è un’idea di progresso morale che funziona al contrario, una retromarcia etica con il piede sull’acceleratore. E il colmo? Spesso questa narrativa arriva proprio da società che si definiscono eredi delle vittime di quei massacri, quelle che dovrebbero essere le prime a capire che bombardare un ghetto affollato non è “normale” guerra ma il manuale illustrato del crimine di guerra. Gaza, due milioni di persone stipate in una scatola senza uscita, è il luogo dove il principio di proteggere i civili dovrebbe essere inciso nel cemento, non liquidato come illusione da accademici annoiati. Dire che “così si è sempre fatto” è confessare che ottant’anni di diritto internazionale valgono meno di una fotocopia scolorita; è dichiarare che la sofferenza di milioni di civili negli anni Quaranta è stata solo un trailer del film che proiettiamo oggi, con scenografia aggiornata e colonna sonora in HD. Quando la storia smette di essere maestra e diventa complice, quando i morti di ieri vengono arruolati per giustificare i morti di oggi, l’umanità non solo fallisce l’esame: strappa pure il registro, ride, e corre a iscriversi di nuovo alla scuola della barbarie.
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