MODELLI ALIENANTI
Modelle curvy, cantanti morbide, attori della reclame in carne... ORRORE!!!
Ah certo, rendere il sovrappeso normale è un errore madornale, molto meglio continuare a idolatrare scheletri rifiniti col bisturi e levigati dai filtri Instagram, quei corpi che nemmeno i diretti interessati riescono a mantenere senza un esercito di personal trainer, nutrizionisti, chirurghi plastici e un conto in banca che piange ogni fine mese. Perché si sa, la salute passa dal digiuno intermittenza-nevrotica, dalla fame controllata e dalle liposuzioni pre-natalizie, altro che equilibrio, accettazione e qualche passeggiata al parco. Intanto i centri per i disturbi alimentari scoppiano, pieni di gente che voleva solo "essere più sana" seguendo i consigli delle riviste patinate e dei guru del fitness online che predicano amore per sé stessi mentre si odiano in silenzio dietro un “#motivation” ogni tre post. Il vero problema, guarda un po’, non è il corpo rotondo nello spot pubblicitario, è che non lo accompagniamo con un bel cartello lampeggiante tipo “Attenzione, potrebbe essere un essere umano con sentimenti e metabolismo”! Come se chi ha chili in più non lo sapesse già meglio del suo medico curante, come se avesse proprio bisogno dell’esperto da tastiera che tra una patatina e un rutto morale gli ricorda quanto sia “poco sano”. E guai a mostrare la normalità! No no, solo vita da vespa, addominali scolpiti e guance che sfidano la legge della gravità, meglio se tutto geneticamente raro o chirurgicamente corretto, perché così quando un ragazzino si guarda allo specchio e non vede un Adone con l’illuminazione perfetta, entra subito nel magico mondo dell’autostima a picco e dell’odio verso il proprio corpo. Ma sì, continuiamo pure a dire che mostrare un corpo con qualche curva sia promuovere l’obesità, perché ovviamente tra “esistere” e “istigare” c’è una linea sottile che solo i crociati del BMI vedono. Il punto non è glorificare i problemi di salute, ma smetterla di pensare che esista un solo modo giusto di avere un corpo, e che quel modo passi per una taglia 38 e una chirurgia strategica. E magari, chi lo sa, iniziare a dire che puoi anche amare te stesso mentre provi a migliorarti, che volersi più in forma non significa odiarsi ora, e che la tua trasformazione fisica non è un episodio di redenzione ma solo un cambiamento personale. L’errore non è mostrare la realtà com’è: piena di smagliature da battaglia, di pancette da aperitivo, di corpi veri che hanno riso, pianto, vissuto e magari anche amato con addosso quei chili in più. L’errore è raccontarla come se fosse un problema da risolvere, invece che la ricchezza da accogliere che è.
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