TECNOLOGIA MISOGINA

Un altro giorno, un altro femminicidio, e La Spezia si tinge di rosso, non per il tramonto sul golfo, ma per il sangue di una donna massacrata a coltellate dall’ex marito. L’ennesima storia che ormai sembra un copione scritto male, ripetuto all’infinito, con la stessa trama stanca: lui, ossessionato, violento, incapace di accettare che lei possa esistere senza di lui; lei, vittima di un sistema che promette protezione ma consegna bare. L’uomo, perché chiamarlo persona sarebbe generoso, si è consegnato ai carabinieri, come se questo gesto dovesse valergli una medaglia, un atto di redenzione da quattro soldi dopo aver spezzato una vita. E il dettaglio che fa ribollire il sangue? Aveva il braccialetto elettronico, quel gingillo tecnologico che dovrebbe tenere a bada i mostri, ma, sorpresa, non ha funzionato. Che shock, vero? Un dispositivo che dovrebbe salvare vite, ma che, come tutto in questa tragicommedia italiana, si rivela un flop, un gadget da mercatino dell’usato che non serve a niente se non a far credere che “qualcosa si sta facendo”. E invece no, non si fa abbastanza, non si fa mai abbastanza, perché ogni volta che una donna muore in questo modo – e sono 120 all’anno, una ogni tre giorni, tanto per rinfrescare la memoria – ci ritroviamo a leggere le stesse parole vuote: “tragedia”, “dramma”, “gesto folle”. Folle un corno. Qui non c’è follia, c’è un sistema che non funziona, che lascia le donne sole, che mette braccialetti difettosi a uomini che non dovrebbero nemmeno respirare la stessa aria delle loro vittime. E mentre i politici si riempiono la bocca di promesse e i talk show sguazzano nel dolore, un’altra donna è morta, un altro nome si aggiunge alla lista, e il braccialetto elettronico, quel simbolo di un progresso farlocco, giace inutile come l’ennesima condanna che arriverà troppo tardi. La Spezia, oggi, è solo un altro punto sulla mappa di un paese che non sa proteggere le sue donne, e noi, tutti noi, siamo complici di questo schifo ogni volta che giriamo la testa dall’altra parte.

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