VEGANI E GRIGLIATE
L'esclusione di Bellavite e Serravalle dal NITAG [ National Immunization Technical Advisory Group] è la prima volta, dopo anni, che qualcuno si ricorda che la scienza non è un dopolavoro ferroviario dove ognuno porta la sua opinione come si porta la torta alla sagra di paese. Non è una tombola di pareri, non è una fiera di vanità: è un luogo dove contano i fatti, le prove e la capacità di ammettere quando si sbaglia. E allora fuori i due campioni del "però io penso che…", quelli che hanno fatto del dubbio sistematico un mestiere e della disinformazione una bandiera, convinti che tutto il mondo scientifico sia un complotto orchestrato da Big Pharma mentre loro detengono la verità rivelata come moderni profeti armati di tastiera. Non serve un bisturi per capirlo: tenerli dentro sarebbe come affidare la giuria di un concorso di grigliate a un vegano convinto, o mettere un astrologo a calcolare le traiettorie dei satelliti. La scienza non è democratica nel senso che non vota a maggioranza per decidere se la Terra è piatta o rotonda: la scienza misura, verifica, corregge e procede, mentre loro restano lì, a gonfiarsi il petto con i loro "ma io ho letto uno studio su internet" trovato tra un video di gattini e una teoria complottista, convinti che peer-review significhi farsi dare ragione dall'amico del bar. Il comitato scientifico deve essere impermeabile alla farsa, perché se la farsa entra, il comitato muore, e con lui la credibilità di un sistema che dovrebbe proteggere la salute pubblica, non trasformarsi nel palcoscenico per chi confonde la medicina con l'astrologia. Chi grida alla censura, si tranquillizzi: non è censura, è igiene, è come buttare via il latte scaduto, è manutenzione ordinaria del buonsenso. Non si sta cacciando un pensiero, si sta disinfettando una ferita, si sta togliendo un parassita che si nutriva della reputazione altrui senza mai produrre nulla di utile. Non c'è nessun complotto contro la libertà di parola: resta intatta, solo che non si esercita sulle spalle dei cittadini quando bisogna decidere chi vaccinare e come, perché una cosa è discutere se è meglio il tiramisù o la panna cotta, un'altra è decidere quali farmaci somministrare a milioni di persone basandosi sui deliri di chi pensa che l'omeopatia funzioni perché l'acqua ha memoria ma si dimentica di tutte le volte che ci hai fatto la pipì dentro. Vuoi dire la tua? Apri un blog, fai una diretta Facebook, raccontala al barbiere: sei libero, ma dentro un comitato scientifico, dove si prendono decisioni che pesano sulla vita e morte delle persone, no, non c'è spazio per i giocolieri della pseudoscienza. Perché la scienza non è un luna park dove sali sulle giostre della notorietà pagando con la faccia tosta, non è un talk show dove vince chi urla di più: è una cosa seria, è la differenza tra vivere e morire, tra progredire e regredire. E chi non lo capisce, più che escluso, dovrebbe essere dimenticato.
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