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Visualizzazione dei post da giugno, 2025

MACHO MACHO MAN

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Il cameratismo è uno dei grandi feticci della mascolinità moderna: un vincolo affettivo fra uomini che viene esaltato, celebrato, idealizzato, a patto che resti rigidamente non detto, rigorosamente non esplicitato, protetto da una cortina di ironia, silenzi, gergo da caserma e contatto fisico “accettabile”. Si può piangere insieme dopo una partita, ci si può toccare, abbracciare, addirittura dormire vicini in tenda, ma guai a nominare qualcosa che somigli troppo all'amore, alla tenerezza, o peggio ancora al desiderio. Il cameratismo è l’armadio dentro cui si conserva il corpo maschile che ama un altro corpo maschile, purché non si sappia, purché non si dica, purché si mantenga la forma rassicurante della "fratellanza". Ma fratelli di cosa, poi? Di un’idea di virilità costruita sulla rimozione, sulla paura dell’ambiguità, sull’infantile bisogno di approvazione da parte degli altri maschi? Il vero tabù, in fondo, non è tanto l’omosessualità, quanto l’idea che un...

GEOPOLITICA DA BANCO

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La decisione del Comune di Sesto Fiorentino di interrompere la vendita di prodotti israeliani nelle farmacie comunali [garantendo comunque la somministrazione qualora esplicitamente espresso in ricetta o, suggerire in alternativa il suo generico, ndr] mi porta a riflettere sui rischi profondi che questa scelta comporta dal punto di vista politico, filosofico ed etico. Comprendo perfettamente la sensibilità umanitaria che ha spinto il sindaco e la sua amministrazione a prendere questa posizione, soprattutto di fronte alle sofferenze che vediamo quotidianamente nelle cronache internazionali, ma credo che questa decisione apra scenari preoccupanti che meritano una riflessione approfondita. Il primo aspetto che mi colpisce è la confusione dei ruoli istituzionali che si genera quando un comune si trasforma di fatto in un attore di politica estera. I comuni dovrebbero occuparsi di servizi locali, urbanistica, welfare di prossimità, non di conflitti internazionali che richiedono c...

LAWRENCE D'ARRAKIS

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Non c’è nulla di nostalgico o luddista in Computer Thinking Machines . Al contrario, Herbert anticipa con impressionante lucidità una riflessione che oggi ci riguarda da vicino: quella sui rischi della governance algoritmica e sull’automazione dei processi decisionali. Oggi parliamo di intelligenza artificiale, di bias nei dati, di democrazia digitale e di trasparenza dei sistemi automatizzati; ma Herbert, già allora, aveva intuito la questione di fondo: cosa accade quando l’essere umano delega alle macchine non solo il lavoro, ma anche il pensiero e la responsabilità delle scelte? L’ecologia di Arrakis – il pianeta-deserto al centro di Dune – è molto più che un semplice scenario narrativo. È una metafora potente, una lente filosofica che ci costringe a ripensare il rapporto tra natura e cultura. Herbert mostra come ogni intervento umano sull’ambiente provochi effetti a catena, spesso imprevedibili, che si diffondono in reti di interdipendenza sempre più complesse. È un ...

TRUE COLORS

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Ahhhh, i nostalgici del 2017 che si lamentano perché le mappe del tempo non sono più quelle di una volta, quando 40 gradi erano un gentile giallino che ti faceva venire voglia di gelato, e non questo rosso sangue che ti fa pensare subito al pronto soccorso. Ma senti, caro boomer climatico , forse c'è una ragione se ora quei 40 gradi sembrano usciti da un film di Quentin Tarantino invece che da una cartolina delle vacanze. Forse, e dico forse, è perché abbiamo finalmente capito che morire di caldo non è così vintage come pensavamo. Guardate, lo ammetto, all'inizio anch'io ero nostalgico di quelle mappe color caramello che ti facevano sentire che l'estate fosse sempre una festa. Ma poi ho pensato: sai che figata che erano  negli anni '50 le sigarette? Medici sorridenti in camice bianco che ti consigliavano la marca migliore "per la salute della gola", pubblicità dove fumare era sinonimo di essere cool, intelligenti e attraenti. I pacchetti erano...

OPERAZIONE BELLA NAPOLI

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C'è una cosa che mi ha sempre fatto ridere del mondo dell'intelligence moderna, ed è questa storia del Pizza Index . Praticamente, e ve lo giuro che non me lo sto inventando, c'è gente che tiene d'occhio quante pizze ordinano al Pentagono per capire quando sta per scoppiare una guerra. No, non è una barzelletta, è roba seria, o almeno così seria come può essere qualcosa che coinvolge la mozzarella e la geopolitica.  Allora, la storia è questa: quando i pezzi grossi del governo americano devono gestire una crisi internazionale, cosa fanno? Si chiudono negli uffici a lavorare giorno e notte, e ovviamente devono pur mangiare qualcosa. E cosa ordinano? Pizza, naturalmente, perché quando devi decidere se bombardare o non bombardare un paese, mica hai tempo di cucinare una pasta alla carbonara. Quindi, geniale intuizione di qualche analista, se vedi che improvvisamente i fattorini della pizza fanno la fila davanti al Pentagono, probabilmente c'è qualcosa di gr...

MONOPOLI

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"Il multimiliardario che spende fa arricchire un territorio. Attrarre i miliardari e farli spendere per arricchire tutti ", dice Flavio Briatore, e in effetti questa frase racchiude una filosofia economica che sentiamo ripetere spesso. Ma proviamo a immaginare per un attimo un grande gioco di Monopoli, non quello da tavolo che conosciamo, ma un Monopoli reale che si gioca su territori, città e quartieri. In questo gioco i multimiliardari partono con un vantaggio enorme, un capitale così vasto che possono comprare praticamente tutto quello che trovano sulla plancia: case, hotel, terreni, attività commerciali, tutto finisce nelle loro mani. Ogni volta che spendono, sembra davvero che facciano girare l'economia, che portino ricchezza e sviluppo, ma se guardiamo più da vicino ci accorgiamo che è un gioco a somma zero per la maggior parte degli altri giocatori, quelli meno abbienti che non hanno le risorse per competere. Mentre i ricchi comprano e investono, accumu...

FINE VITA MAI

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Il teatrino parlamentare sul disegno di legge relativo al fine vita che si sta consumando in Senato rappresenta probabilmente uno dei più raffinati esempi di ipocrisia istituzionale del nostro tempo, e non stupisce affatto che la maggioranza di governo abbia deciso di rinviare più volte la discussione con la scusa di "approfondimenti necessari" e "audizioni indispensabili" che porteranno la conclusione dell'iter almeno al 2025. Perché mai affrettarsi quando si tratta di decidere se le persone abbiano il diritto di sottrarsi a sofferenze atroci? Siamo di fronte a una classe politica che si pavoneggia parlando di "questioni che toccano i fondamenti della vita umana" mentre costruisce una normativa che è l'antitesi stessa di qualsiasi principio di dignità o autodeterminazione. Il punto di partenza di questo circo è la sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale, che ha stabilito i requisiti per la non punibilità dell'aiuto al suic...

CRATILO E LA LUCE

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" Non solo non ci si può immergere due volte nello stesso fiume, ma neanche una singola volta, poiché l'acqua che bagna la punta del piede non sarà quella che bagna il tallone " [CRATILO]  La domanda che ci assilla da secoli è forse la più radicale che l'umanità possa porsi: quello che vediamo è davvero ciò che esiste, oppure stiamo semplicemente contemplando l'eco di una realtà che ci sfugge continuamente tra le dita? Quando alziamo lo sguardo verso il cielo notturno, non stiamo guardando il presente dell'universo, ma piuttosto sfogliando un libro di memorie cosmiche scritto dalla luce stessa, dove ogni stella è una pagina del passato che brilla con la nostalgia di momenti ormai perduti nel tempo. La luce, questo fenomeno tanto familiare quanto misterioso, diventa il testimone privilegiato di una realtà che non possiamo mai afferrare direttamente, perché nel momento stesso in cui la percepiamo, essa ci sta già raccontando di un mondo che non esist...

237,31

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I CORTI DI TERSITE  237,31 Scarica libro in PDF

CECILIA, L'INFERNO E IL BUON DIAVOLO

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C'è una riflessione che dovremmo fare partendo da molto lontano, da una storia che conosciamo tutti ma di cui forse non abbiamo mai considerato le implicazioni politiche: la " demonizzazione " del Diavolo. Sembra un paradosso, lo so, ma pensateci un momento. Nelle tradizioni religiose occidentali, il Diavolo è stato trasformato da figura complessa - un angelo caduto, quindi originariamente divino - in un'entità puramente malvagia, senza sfumature, senza possibilità di redenzione. Questa operazione teologica ha avuto conseguenze enormi sulla nostra capacità di comprendere il male e, soprattutto, di gestirlo politicamente. Se il Diavolo fosse rimasto quello che era nelle prime tradizioni - un essere con caratteristiche umane, con le nostre stesse miserie, orgoglio, invidia, paura - forse avremmo imparato a riconoscere il male come qualcosa che nasce da noi, dalle nostre debolezze, e quindi come qualcosa su cui possiamo lavorare. Invece, trasformandolo in un...

LA STAGIONE DELL'AMORE VIENE E VA

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Questa bustina nasce da uno scambio di vedute con un amico su X [l’ex Twitter]. Purtroppo è interista, ma nessuno è perfetto, giusto? La breve discussione ruotava attorno alla promozione mediatica di Tommaso Cerno, attuale direttore de Il Tempo, testata schierata apertamente a sostegno della destra di Governo. Cerno è, per certi versi, un personaggio da tutte le stagioni: riesce a dormire sonni tranquilli nonostante un passato [e un presente] costellato di contraddizioni. Una delle più evidenti è la sua omosessualità—una condizione che, secondo l’universo destrorso, lo collocherebbe tra gli “anormali” in stile Vannacci. Uno di quelli a cui, per questo solo motivo, non dovrebbe essere riconosciuto alcun diritto, riservato com’è ai cosiddetti “normali”. Ciononostante, a Cerno verrà affidata dalla rete influenzata da un Governo di destra la conduzione di uno spazio televisivo. A un certo punto dello scambio è saltata fuori la “carta FINI”, giocata con abile tempismo dall'i...

IL TOVAGLIOLO DI NOLAN

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Allora, mettiamoci comodi perché stiamo per tuffarci in un'avventura più pazza di un episodio di Rick and Morty: benvenuti nel meraviglioso, folle e completamente imprevedibile mondo della fisica! Immaginate la scienza come quel gruppo di amici un po' nerd che invece di guardare Netflix passa il sabato sera a fissare mele che cadono dagli alberi. "Ehi ragazzi," dice uno, "e se quella mela non cadesse per caso, ma perché c'è qualcosa di invisibile che la trascina giù come un aspirapolvere cosmico?" E boom! Nasce il metodo scientifico, che è fondamentalmente il gioco del "prova a indovinare come funziona l'universo senza barare". Le regole sono semplici: guardi, ti fai un'idea strampalata, la testi finché non ti escono le orecchie, e se funziona gridi "EUREKA!" [o il moderno equivalente: "OMG IT WORKS!"]. Ma ecco il colpo di scena: le leggi fisiche sono come le istruzioni IKEA dell'universo - sembrano c...

MARX, L'INVIDIOSO

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L’invidia e il comunismo... ovvero come un sentimento umano si è fatto sistema...  Il buon vecchio Karl Marx, mentre se ne stava nella Londra nebbiosa dell’Ottocento a scribacchiare furiosamente nei caffè [e probabilmente a lamentarsi del clima inglese], di sicuro non si svegliava ogni mattina pensando: “Oggi scriverò un bel manifesto basato sull’invidia!” Più probabile che, guardando gli operai spaccarsi la schiena per sedici ore in cambio di una misera pagnotta, pensasse: “Forse, ma proprio forse, c’è qualcosa che non funziona in questo sistema.” Certo, Marx era umano, e quindi un pizzico d’invidia in fondo al cuore ce l’aveva pure lui. Chi non si è mai detto almeno una volta: “Ma perché quello ha tutto e io niente?” Però il punto di partenza non era la gelosia sociale, bensì osservazioni molto concrete: condizioni di vita terribili, ingiustizie macroscopiche, un capitalismo che, all’epoca, faceva sembrare simpatiche pure le sanguisughe. Il dettaglio più spassoso? ...