Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2025

MACELLERIA CULTURALE

Immagine
La questione della carne halal in Europa si è trasformata in un vero e proprio campo di battaglia culturale e politico, dove si intrecciano paure identitarie, dinamiche commerciali e tensioni sociali che vanno ben oltre la semplice scelta alimentare. Quando Isabella Tovaglieri pubblica su X le sue preoccupazioni riguardo a quello che definisce un'"invasione" culturale, utilizzando l'esempio di Molenbeek come simbolo di una presunta perdita di identità occidentale, sta in realtà toccando i nervi scoperti di un'Europa che fatica a trovare un equilibrio tra la propria tradizione storica e la crescente diversità della sua popolazione. La crescita dei mercati halal non è semplicemente il risultato di un complotto o di un'imposizione dall'alto, ma rappresenta la naturale conseguenza dell'aumento demografico della popolazione musulmana europea, che secondo le proiezioni potrebbe raggiungere il 20% entro il 2050, accompagnata da strategie commerc...

SUL PONTE SVENTOLA BANDIERA BIANCA

Immagine
Eccoci di nuovo con il grande ritorno di Trump che ha tirato fuori dal cassetto la sua collezione di dazi come un bambino che ritrova i giocattoli preferiti, e puntualmente l'Europa si è comportata come sempre, cioè da perfetto zerbino transatlantico che ringrazia pure quando gli pestano i piedi. Il 12 luglio Trump annuncia dazi del 30% e von der Leyen si mette subito in modalità panico chiamandolo "un colpo importante all'economia mondiale", praticamente ammettendo che l'Europa non aveva la minima idea di come reagire a una mossa così prevedibile da parte di un presidente che aveva già fatto la stessa identica cosa nel suo primo mandato. Poi arriva l'accordo in Scozia, quello che Bruxelles ha celebrato come un trionfo diplomatico quando in realtà è stata una resa con tanto di bandiera bianca e inchino finale: dazi al 15% invece del 30%, e tutti contenti perché almeno non ci hanno bastonato quanto avrebbero potuto. Gli irlandesi, storicamente i più...

IL TERRAPIATTISMO È CONTRO NATURA

Immagine
Cari tersiters , se avete ancora dei dubbi sulla forma del nostro pianeta, lasciate che vi presenti i testimoni più credibili dell'universo: gli animali, che da milioni di anni girano per il mondo senza GPS e stranamente non finiscono mai nel vuoto cosmico! Prendiamo gli uccelli migratori, questi pazzi scatenati del cielo che ogni anno decidono di fare il giro del mondo come se fosse una passeggiata domenicale: l'albatro urlatore, per esempio, è praticamente il pilota di linea della natura e vola per migliaia di chilometri seguendo quelle che i matematici chiamano "rotte di cerchio massimo" ma che per lui sono semplicemente "la strada più corta per arrivare al buffet di pesce". Se la Terra fosse piatta, questi uccelli sarebbero degli stupidi che fanno curve assurde per divertimento, ma invece sono dei geni della geometria sferica che neanche se ne rendono conto! Le rondini artiche poi sono completamente fuori di testa: fanno 70.000 chilometri all...

PUBBLICITÀ INGANNEVOLE

Immagine
La recente dichiarazione su X del senatore Lucio Malan, secondo cui uno studio dell’Università di Stanford mostrerebbe che, a fronte degli oltre 14 milioni di morti che si sarebbero potuti evitare con la vaccinazione dai 12 anni in su secondo i sostenitori del vaccino, "solo" [sic!] 2,5 milioni si sarebbero effettivamente salvati, riapre un dibattito complesso e delicato. Piccola chiosa, 2,5 milioni di persone rappresentano la popolazione di: Valle d'Aosta, Molise, Basilicata, Umbria e Marche.  Malan, quasi a voler parlare di pratiche di "pubblicità ingannevole, ne trae la conclusione che vaccinare gli under-60 sia stato inutile, rivedendo di conseguenza i presupposti dell'adozione del Green Pass. Al di là dell’interpretazione specifica di quello studio – che meriterebbe un esame tecnico accurato per verificarne metodologia, contesto e limiti – questa affermazione ci offre l’occasione per riflettere su una delle decisioni più controverse dell’era pan...

TRIBUNA POLITICA, CI MANCHI!

Immagine
La frammentazione del panorama mediatico italiano ha prodotto un paradosso tanto evidente quanto pericoloso: mentre l’informazione è oggi più accessibile che mai, la conoscenza reale di ciò che accade “dall’altra parte” – nei mondi politici e culturali diversi dal proprio – è drasticamente diminuita. L’effetto è una società di spettatori che conosce le opinioni altrui attraverso filtri deformanti: meme, frammenti virali, o ricostruzioni tendenziose che circolano nelle proprie echo chamber digitali. Ciò che dovrebbe essere dialogo diventa caricatura, ciò che dovrebbe essere comprensione reciproca diventa distorsione permanente. Questa deriva rappresenta una rottura profonda con la tradizione democratica italiana che, almeno fino agli anni Ottanta, aveva nei programmi come Tribuna Politica uno dei suoi momenti più alti. Era uno spazio in cui i leader si presentavano direttamente agli elettori, senza intermediari, senza “frame” preconfezionati, misurandosi con il linguaggio ...

IL PREZZO DELL'INDIGNAZIONE

Immagine
La memoria politica italiana, quella straordinaria capacità di ricordare tutto e niente a seconda delle convenienze del momento! C'è qualcosa di profondamente comico, se non fosse anche tragico, nel guardare chi ieri si strappava le vesti per due centesimi di euro sui sacchetti di plastica e oggi contempla con olimpica serenità la cifra di 114.000 euro al giorno bruciati in un progetto che ha del surreale. È come se avessimo sviluppato una sorta di daltonismo selettivo per i colori politici dei soldi pubblici: quando sono spesi da quelli che non ci piacciono diventano improvvisamente fosforescenti, impossibili da ignorare, mentre quando li spende la nostra parte sembrano trasparenti, quasi invisibili. I famosi due centesimi per i sacchetti erano diventati il simbolo della tassazione vessatoria, la prova provata che "questi" volevano solo mettere le mani nelle tasche degli italiani, una sorta di rapina legalizzata ai danni delle famiglie che dovevano già fare i...

XY-FACTOR

Immagine
La recente approvazione della legge sul femminicidio da parte del Parlamento italiano rappresenta un passaggio cruciale nella storia giuridica, culturale e civile del nostro Paese. È un segnale forte, un tentativo concreto di rispondere normativamente a una tragedia quotidiana che troppo spesso si consuma nel silenzio delle mura domestiche e nell’indifferenza collettiva. L’introduzione dell’articolo 577-bis nel Codice penale non è solo un aggiornamento tecnico della normativa: è un atto politico e simbolico di riconoscimento. Per la prima volta, l’Italia afferma chiaramente che il femminicidio non è un semplice omicidio aggravato, ma un crimine strutturalmente connesso al genere, all’asimmetria di potere, al desiderio di dominio maschile e al sistematico rifiuto di riconoscere nella donna un soggetto libero, autonomo, pienamente titolare della propria esistenza. Attribuire a questo fenomeno una definizione giuridica autonoma significa ammettere, finalmente, che l’uccisione ...

DIAZ

Immagine
Genova, luglio 2001: un’estate italiana rovente, non solo per il clima ma per lo spettacolo indecente messo in scena dalle élite del mondo e da uno Stato che, sotto la maschera democratica, rivelava nervi scoperti e inclinazioni autoritarie degne di altri tempi. Il G8 non fu solo un summit blindato da tonnellate di cemento e poliziotti armati fino ai denti, ma il palcoscenico su cui è andato in scena uno scontro epocale tra due visioni del mondo: da una parte i padroni dell’universo, chiusi a decidere il destino del pianeta in salotti ovattati, e dall’altra una marea umana che chiedeva, con rabbia e intelligenza, che il futuro fosse qualcosa di più equo di una conferenza stampa finale. Altro che violenza e scontri degenerati: Genova fu il boato di una tensione covata per anni, la crepa nella narrazione della globalizzazione felice. Il sistema, per difendersi, fece quello che ogni sistema sa fare meglio quando si sente minacciato: manganellare, reprimere, torturare. Perché l...

CAVILLI MARINI

Immagine
Il processo che si aprirà a gennaio contro i sei militari per il naufragio di Cutro ci pone davanti a interrogativi che vanno ben oltre la cronaca giudiziaria, toccando il cuore stesso di come una società civile dovrebbe rapportarsi con chi bussa alle sue porte in cerca di salvezza. Non si tratta solo di stabilire colpe individuali o di verificare se determinati protocolli sono stati rispettati, ma di interrogarci su cosa significhi davvero la responsabilità quando si ha il potere di salvare vite umane e si sceglie, consciamente o inconsciamente, di non farlo. La tragedia del "Summer Love" è emblematica di quel fenomeno che chiamo "la banalità del male", dove la catastrofe non nasce da intenzioni malvagie ma dall'incapacità di pensare, dal conformismo burocratico, dalla frammentazione delle responsabilità che permette a ciascuno di dire "io ho fatto solo il mio dovere" mentre 94 persone, di cui 35 bambini, morivano a pochi chilometri dalle ...

BLOCCO VIRALE

Immagine
Eccoci qui, con l'Italia che fa la scena madre sulla questione degli emendamenti OMS, agitando la bandiera della sovranità nazionale come se fosse stata appena strappata dalle grinfie di qualche oscuro burocrate ginevrese, quando in realtà si tratta di modifiche che puntavano a rendere più efficace la risposta globale alle emergenze sanitarie, ma evidentemente questo dettaglio minore è sfuggito al ministro Schillaci che ha preferito seguire la scia dell'amministrazione Trump, perché si sa, quando c'è da scegliere tra cooperazione internazionale e populismo da quattro soldi, la seconda opzione ha sempre un fascino irresistibile per chi deve strizzare l'occhio all'elettorato più sospettoso. La lettera del 18 luglio al direttore generale Tedros Ghebreyesus suona come un piccolo capolavoro di retorica burocratica condita da una buona dose di paranoia istituzionale, dove il "rifiuto di parte italiana di tutti gli emendamenti adottati" viene presenta...

GOGNA DIGITALE

Immagine
Ecco cosa accade quando l'ipocrisia collettiva incontra la tecnologia della vergogna istantanea: un CEO e una Chief HR si abbracciano a un concerto dei Coldplay e improvvisamente l'intero universo digitale si trasforma in un tribunale morale composto da giudici che probabilmente non hanno mai letto un codice etico aziendale ma si sentono autorizzati a emettere sentenze definitive sulla base di quaranta secondi di video sgranato. Andy Byron e Kristin Cabot sono finiti nella gogna mediatica globale per quello che potrebbe essere stato un semplice abbraccio tra colleghi o, al peggio, un momento di intimità che riguardava esclusivamente loro e le persone a loro vicine, ma che invece è diventato l'ennesimo spettacolo per le masse assetate di scandali e la dimostrazione perfetta di quanto siamo diventati una società di voyeur travestiti da moralisti. La kiss cam dei Coldplay, quel momento di supposta spontaneità e divertimento innocuo che dovrebbe celebrare l'amor...

TERRA, ULULÀ

Immagine
Oggi è il 20 luglio 1969, il giorno in cui l’umanità, notoriamente specializzata in guerre, discussioni da bar e risse tra parenti, ha fatto qualcosa di incredibilmente figo: è atterrata sulla Luna. Neil Armstrong, con passo incerto ma stile da Oscar, scende dalla navicella e spara la frase che aveva sicuramente provato davanti allo specchio più di una volta: “Un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità.” Peccato che si dimentica un articolo per strada, e suona tipo “piccolo passo uomo balzo bum”, ma dai, era a 380.000 km da casa, in diretta mondiale, dentro una scatola di latta che se sbagliavi un tasto diventava un tostapane cosmico. Nel frattempo, gli americani tirano un sospiro di sollievo: dopo anni passati a prendersi mazzate spaziali dai sovietici (“Noi il primo uomo!” “Noi il primo satellite!” “Noi il primo cane con curriculum!”), finalmente possono dire “Noi? Noi abbiamo mandato tre tizi su una palla di roccia morta. E li abbiamo anche fatti torn...

EMPATIA DIFFERENZIATA

Immagine
Ha scatenato più indignazione da parte del Governo e della destra in generale - e, non solo alla destra - il bombardamento della Chiesa cristiana di Gaza che non i quasi due anni di orrore e massacro della popolazione inerme palestinese, e questa sproporzione nella reazione emotiva e politica rivela qualcosa di profondamente inquietante sulla natura selettiva della nostra compassione collettiva e sui meccanismi attraverso cui costruiamo la gerarchia del dolore umano. C'è una fenomenologia dell'indignazione che meriterebbe di essere esaminata con la stessa attenzione che riserviamo alle grandi questioni filosofiche, perché in fondo ci troviamo di fronte a una manifestazione contemporanea di quello che possiamo chiamare la "banalità del male", non nel senso dell'esecutore burocratico che compie azioni atroci senza pensare, ma nel senso della società che normalizza l'orrore quando questo non tocca i propri simboli identitari. Il bombardamento di una c...

DISUNION JACK

Immagine
Il caso di Courtney Wright, la dodicenne inglese che è stata invitata a cambiare vestito durante il "Culture Celebration Day" della sua scuola per aver indossato un abito decorato con la Union Jack, merita una riflessione più attenta di quanto possa sembrare a prima vista. Certo, bisogna considerare che forse la scuola non l'ha punita per il simbolo in sé, ma semplicemente perché l'abito non era appropriato per una bambina di dodici anni, e che quindi l'invito a indossare altri vestiti potrebbe essere stato motivato da ragioni di decoro piuttosto che da censura culturale. Tuttavia, anche accettando questa versione più blanda dei fatti, resta il problema di fondo: perché proprio in un giorno dedicato alla celebrazione delle culture diverse, una bambina che voleva esprimere la propria identità britannica si è sentita respinta? E soprattutto, perché questo episodio ha scatenato tanto dibattito se davvero si trattava solo di una questione di abbigliamento ...

UNIVERSI PARALLELI

Immagine
" Un automobilista pericoloso è colui che, nonostante tutti i nostri sforzi, riesce comunque a superarci ", diceva qualcuno, e aveva ragione da vendere perché l'automobilista italiano non è solo un guidatore qualsiasi, no no, è un filosofo con il motore acceso, un funambolo del volante, un artista concettuale dello slalom tra i paletti che riesce a condensare secoli di cultura, passione e quel pizzico di incoscienza che trasforma ogni rotonda in un dramma esistenziale degno di Pirandello. Quando sale in macchina, l'italiano non si limita a guidare come farebbe un tedesco o uno svizzero, macché, lui entra nel personaggio più totale, l'abitacolo si trasforma in un'estensione del suo ego, un confortevole palcoscenico dove può interpretare se stesso come eroe tragico del traffico moderno, e Heidegger l'avrebbe chiamato "essere-nel-mondo" ma qui è più un "essere-nel-traffico-senza-via-di-uscita" con tutto quello che ne consegue. ...

ANNA E MARCO

Immagine
Personaggi: ANNA – Bioeticista, 40 anni. Razionale, empatica, intensa. Ha lo sguardo di chi ha visto molto dolore. MARCO – Medico palliativista, 50 anni. Fermo ma sensibile, con un forte senso etico e un passato segnato da perdite. Ambientazione: Una sala spoglia di un ospedale, notte fonda. Le luci sono basse. Fuori si sentono a tratti il ronzio delle macchine, passi ovattati di infermieri, una voce flebile che chiama da una stanza lontana. Al centro, un tavolo metallico, due sedie. Una teiera fumante. Cartelle cliniche sparse. È un momento di pausa rubato alla notte. [Luce soffusa. Marco è seduto, stanco, sfoglia lentamente una cartella clinica. Anna entra in silenzio, poggia una mano sulla sedia di fronte. Silenzio.] ANNA [cauta, con un tono quasi di confessione] Marco... c'è una domanda che mi tormenta da mesi. Quando ti opponi all'eutanasia… lo fai perché questa posizione ti dà una sorta di conforto morale? Una sensazione di superiorità etica? O credi davv...